Conte gela Renzi: "Campo largo chiuso"

Rottura anche in Umbria e in Emilia Romagna. Il leader Iv: "Noi saremo con il Pd"

Conte gela Renzi: "Campo largo chiuso"
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Giuseppe Conte fa calare il sipario sul campo largo: «Non esiste più, lo certifichiamo stasera» - dice il leader dei Cinque stelle nel salotto di Bruno Vespa. Lo showdown era nell'aria. Dopo lo stop a Renzi in Liguria, Conte minaccia lo strappo anche in Umbria ed Emilia Romagna, dove si andrà al voto per le Regionali. «Io non sono disponibile ad affiancare il mio simbolo a quello di Renzi, che si è sempre distinto per distruggere, rottamare, prende i soldi dai governi stranieri, ed è all'origine della contaminazione tra affari e politica. Fa lobbismo in Italia e all'estero. Renzi rappresenta una vera incompatibilità per i nostri obiettivi politici, è una mina a orologeria», - attacca l'ex premier. Mettendo stavolta nel mirino anche la segretaria del Pd: «È chiaro che nel momento in cui il M5s dice che si è aperta una ferita con Iv che viene messa in un campo largo. Dal momento in cui la risposta di Schlein è: io non faccio polemiche. Allora c'è qualcosa che non va, non c'è la consapevolezza da parte del gruppo dirigente del Pd che c'è un problema serio». Marco Furfaro, braccio destro di Schlein, si stufa e reagisce: «Ogni volta che l'opposizione si spacca, festeggia il governo. Quando Conte dice che non vota con il Pd, io mi rattristo, penso che Giorgia Meloni sia felice. Non si può decidere in un salotto di Porta a porta se fare un'alleanza o no, lo decidono gli elettori, non si possono usare i territori per fare battaglia politica». Conte alza la posta, porta dalla sua parte Nicola Fratoianni: «A me assolutamente fa piacere se ci sono forze politiche, come Avs, che possano condividere la nostra visione». Il pretesto resta Renzi: «Ci siamo ritrovati con Renzi in mezzo al campo senza venirne informati, ma all'esito di una partita di calcio e di decine di interviste di Renzi e col Pd che ha detto non fate polemiche e non ponete veti. Ma il problema è politico e serio». In Emilia, Umbria e Liguria si va alla rottura. Ma per ora Conte non ritira gli assessori grillini dalla giunta Manfredi a Napoli, dove c'è anche Italia viva. Conte alza la tensione e piazza una mina sotto il centro-sinistra. Stavolta però Renzi non è disponibile a subire il diktat di Conte e replica a stretto giro: «Ho parlato ieri con Michele de Pascale. Italia viva è già in maggioranza in Emilia-Romagna a sostegno di Bonaccini prima e di Irene Priolo dopo. Abbiamo un assessore e un gruppo di tre consiglieri che hanno lealmente sostenuto il centrosinistra dagli attacchi delle opposizioni di destra e del Movimento cinque stelle. Alle prossime elezioni Regionali ci presenteremo a fianco di De Pascale con i nostri candidati e con il nostro simbolo, come già concordato. Se Conte vuole fare una battaglia contro Schlein, la faccia pure. Ma non sulla pelle dell'Emilia-Romagna, terra che già ha formalizzato la coalizione. Noi ci saremo, con il nostro simbolo e i nostri candidati.

Non mettiamo veti nei confronti dei grillini anche se hanno fatto l'opposizione a Bonaccini. Ma non siamo disponibili a subirne» spiega in il capo di Iv. Sul fronte campo largo, da registrare l'attivismo di Sala. Il sindaco di Milano si offre a Schlein per il ruolo di federatore del centro.

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