L'Inter e i biglietti per i clan. "Rapporti con la criminalità"

La Procura sentirà Inzaghi, Zanetti e Skriniar: "Informati sui fatti". L'incontro Ferdico-Calhanoglu per i posti alla finale di Champions

L'Inter e i biglietti per i clan. "Rapporti con la criminalità"
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L'Inter «alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni»: è il duro atto d'accusa dei pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra nella richiesta di custodia cautelare per una ventina di capi ultrà arrestati due giorni fa da Gdf e polizia. Sui rapporti Curva-società la Procura è pronta a sentire, come persone informate sui fatti, Simone Inzaghi, Javier Zanetti e Milan Skriniar (e il milanista Davide Calabria). «Tranquilli? Sicuramente sì», ha commentato ieri il presidente dell'Inter Giuseppe Marotta. Sia per il club nerazzurro sia per il Milan, non indagati, è stato aperto un «procedimento di prevenzione», senza richieste di amministrazione giudiziaria.

I pm riportano le dichiarazioni a verbale di Claudio Sala, responsabile sicurezza prima squadra dell'Inter, del 29 febbraio: «La società si relaziona con gli ultras esclusivamente tramite lo Slo, come detto nella persona di Silva Massimiliano, il quale ha il compito di parlare con i tifosi, ed in particolar modo con Ferdico Marco, poiché adesso è lui il capo del direttivo della Curva, ed è sempre lui, Ferdico, che si occupa della richiesta numerica delle tessere o dei biglietti». Dalle indagini, sottolineano i pm, è emerso «con chiarezza» che «Ferdico non solo partecipa attivamente a condotte violente nei confronti di forze dell'Ordine e tifosi avversari, ma è colui che ha determinato l'ingresso di Bellocco Antonio nella Curva dell'Inter».

I contatti degli indagati con la squadra sono frequenti. Negli atti si parla di «incontri» con calciatori, come Hakan Calhanoglu, Nicolò Barella e Juan Cuadrado, ormai ex. A dirlo, intercettato, è Ferdico. Scrive la Procura che in una conversazione del 26 maggio 2023 con Marco Materazzi, Ferdico dice «di aver incontrato Calhanoglu» e «Barella, per parlare delle criticità sorte per la vicenda dei biglietti della Finale di Champions» e avrebbe «appreso perfino le lamentele del calciatore turco per il comportamento della società». Né giocatori né dirigenti risultano indagati. Nella richiesta di misure cautelari si dà conto che Calhanoglu, «stando alle affermazioni di Ferdico, avrebbe dovuto trascorrere, nel mese di agosto» del 2023 «una serata a cena con la propria famiglia, unitamente a quella di Bellocco», erede dell'omonima cosca di 'ndrangheta ucciso meno di un mese fa dall'altro capo Curva Andrea Beretta. Il 19 agosto 2023 è stata intercettata «una conversazione di Ferdico, il quale mentre si rivolgeva» a una persona ignota diceva: «Adesso usciamo a mangiare lunedì o martedì con Calhanoglu, con le famiglie!». Inoltre «Ferdico avrebbe incontrato il calciatore turco ricevendo in dono magliette ufficiali consegnate poi a Bellocco». E il 22 agosto 2023 il capo ultrà «ha informato Bellocco di un incontro con Calhanoglu e con il calciatore colombiano dell'Inter Cuadrado», che «avrebbero dovuto perfezionare». Poi la telefonata con Materazzi in cui parla di presunti incontri col calciatore turco e Barella sulla questione dei biglietti che la Curva reclamava dalla società per la finale di Istanbul: i capi ultrà ne hanno ottenuti 1.500, come chiedevano. Materazzi (non indagato), per i pm, è «ancora molto vicino alla Società Interista e allo stesso tempo legato ad esponenti della Curva Nord». Non solo: ha partecipato «alla riunione del tifo interista il 14 settembre 2023, occasione nella quale vi è stata la pubblicizzazione della birra commercializzata proprio da Materazzi e la promessa (...) di Ferdico (e Beretta) ad impegnarsi affinché, in futuro, si concretizzasse la vendita esclusiva di tale bevanda» nel nuovo stadio. In una chiamata del 26 maggio 2023 Ferdico-Materazzi è emerso che il primo «avrebbe saputo da Zanetti», che «ci sono dei funzionari di Polizia che stanno monitorando la curva anche per l'accaduto...

al povero Vittorio (Boiocchi, ucciso nel 2022, ndr)». Beretta ieri ha riferito al difensore, l'avvocato Mirko Perlino, che «con la società c'era un rapporto trasparente» e che «nessuno ha mai fatto pressioni e minacce».

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