Dopo Moncler il lusso perde colpi

Pesa la crisi internazionale: giù Yoox, Luxottica e Cucinelli

Dopo Moncler il lusso perde colpi

Il lusso ha vissuto una giornata difficile a Piazza Affari: dopo il lunedì nero di Moncler, penalizzato dall'inchiesta negativa di «Report», poi smentita dall'azienda, questa volta le perdite non hanno risparmiato nessuno. A cominciare da Salvatore Ferragamo (-3,71%), penalizzato da un report di Intermonte, che lima del 2,4% e del 2,7% rispettivamente l'utile per azione 2014 e 2015 «per tenere conto del peggioramento della congiuntura settoriale»: il broker ha mantenuto comunque raccomandazione «outperform» con target price limato da 25,2 a 24 euro. Ma ancora peggio è andata a Yoox (-5,7%), passato da miglior titolo della vigilia a maglia nera del listino principale, mentre il mercato aspetta i dati trimestrali, previsti per oggi. E a ruota sono scesi anche Tod's (-3,24%, Luxottica (-1,34%), Aeffe (-0,84%) e Brunello Cucinelli (-0,55).

In rosso anche Moncler, che ha lasciato sul terreno l'1,81%, mentre non si arrestano le polemiche legate al «caso Report». L'azienda guidata da Remo Ruffini ha già annunciato che valuterà il ricorso alle vie legali contro la trasmissione di Rai Tre e respinto tutte le accuse: nessun legame tra l'azienda, che acquista solo da fornitori regolari, e le immagini choc di oche spennate vive mostrate dal servizio tv. Inoltre, Moncler non ha mai spostato la produzione, visto che da sempre produce in Italia, dove ha mantenuto la collaborazione con 14 laboratori, oltre che in Europa. Infine, la questione dei ricarichi, eccessivi secondo la trasmissione, in realtà normali, come ricorda l'azienda, nel settore lusso: una filiera complessa dove il capo, una volta uscito dalla fabbrica, subisce molti passaggi che fanno aumentare notevolmente il prezzo finale.

Ma è proprio il lusso a preoccupare i mercati: pesa una congiuntura internazionale sempre più fosca, tra la crisi russa, il rallentamento dell'economia cinese e le difficoltà della vecchia Europa.

Nubi all'orizzonte proprio mentre si avvicina la stagione natalizia, quando la moda mette fieno in cascina per tutto l'anno. E ieri Hugo Boss ha rivisto al ribasso le stime sui ricavi 2014: ora si attende una crescita compresa tra il 6 e l'8%, da una forbice tra il 5 e il 10%.

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