L'Italia continua a essere al centro delle strategie di Philip Morris, la multinazionale svizzera che punta a un mondo sempre più «smoke free» attraverso prodotti privi di combustione. Ecco allora sorgere nello stabilimento di Crespellano, nel Bolognese, la fabbrica del futuro, il nuovo Centro per l'eccellenza industriale, il più grande al mondo di Pmi per industrializzazione, innovazione di processo, ingegnerizzazione e sostenibilità. «La fabbrica del futuro - le parole del presidente e ad di Philip Morris Italia, Marco Hannappel - significa creare un ecosistema virtuoso, una fabbrica che possa creare altre fabbriche del futuro. In Emilia-Romagna c'è il futuro della meccatronica, dell'industria 4.0, quindi un sistema che ha permesso di investire».
Il nuovo Centro, dove lavoreranno oltre 250 profili alti in ambito ingegneristico, sostenibilità e processi produttivi del futuro, è parte di un più ampio nuovo piano di investimenti per l'Italia pari a circa 600 milioni in tre anni, con un impatto occupazionale stimato - tra diretto, indiretto e indotto - di almeno 8mila posti di lavoro lungo la filiera.
Hannappell ha quindi ricordato come, a Crespellano, «nel 2016 abbiamo costruito e inaugurato, partendo da zero, la più grande fabbrica al mondo per Pmi, dedicata completamente alla produzione dei prodotti innovativi a tabacco riscaldato, con un investimento greenfield di oltre 1 miliardo». Per sottolineare, subito dopo, che «la costruzione di questo impianto non sarebbe stata possibile senza l'ecosistema produttivo e di competenze che abbiamo trovato qui».
Il manager, nel suo discorso, ha posto l'accento sulle ragioni per cui il gruppo ha deciso di puntare sull'Italia, territorio capace di generare un valore aggiunto con 30mila occupati lungo tutta la filiera nazionale e 7mila aziende di fornitura coinvolte nell'ultimo triennio. «E progetti come questo - le sue parole pongono questo Paese nelle condizioni di attrarre nuovi importanti risorse; investire sull'innovazione, in tecnologia italiana, nello sviluppo delle competenze e del lavoro vuol dire investire nel futuro dell'Italia».
A testimoniare ulteriormente l'interesse di Philip Morris per il nostro Paese sono, sopratttutto, questi numeri: il contributo all'economia italiana per 8,8 miliardi l'anno e per 1,5 miliardi di export del «made in Italy» in una quarantina di Paesi in Europa e nel mondo.
A Massimo Andolina, senior vice president
Operations di Philip Morris International, è toccato infine illustrare la visione del gruppo, quella «di avere, entro il 2025, almeno 40 milioni di fumatori ed ex fumatori che siano passati ai nostri prodotti senza combustione».
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