A un anno di distanza dal Golden Power che il governo italiano ha esercitato sulla Pirelli, i soci cinesi perdono il controllo di fatto del gruppo e il blocco italiano consolida le posizioni in vista di probabili futuri sviluppi.
Dopo l'uscita dal capitale del fondo cinese Silk Road, che mercoledì 29 maggio ha annunciato la cessione del 9,02% di Pirelli, ieri è arrivata la mossa italiana: il gruppo Camfin ha rilevato il 2,2% del capitale, raggiungendo l'incremento del 5% che era stato autorizzato dall'assemblea (il precedente 2,8% era stato comprato in gennaio), e arrivando così a detenere una quota totale del 22,78% di Pirelli. L'intera operazione era stata finanziata a suo tempo con un aumento di capitale di Camfin Alternative Assets da 125 milioni.
A questo punto, sommando il 22,78% di Camfin, vale a dire la catena che fa capo alla holding Mtp del vicepresidente esecutivo del gruppo Marco Tronchetti Provera, al 6% detenuto dalla Brembo, il blocco italiano sfiora il 29% del gruppo, si mantiene al di sotto della soglia del 30% dell'Opa obbligatoria e aumenta il proprio peso assoluto e specifico.
Infatti i cinesi, senza il 9% di Silk Road, mantegono la quota di maggioranza relativa del 37% del capitale, detenuto da Chem China, ma perdono il controllo esercitato finora in assemblea. Nelle ultime assise, infatti, a fronte di una partecipazione dei soci intorno all'88% del capitale, il blocco cinese poteva vantare la maggioranza assoluta (oltre il 46%). Mentre ora, senza il 9% di Silk Road, per la maggioranza di un'assemblea Pirlelli servirebbe una quota di almeno il 40% che però Chem China, da sola, non raggiunge. Una situazione nuova che fa pensare a futuri smobilizzi da arte di Pechino. Forse inevitabili dopo che il Golden Power dello scorso anno ha segnato un punto di non ritorno: con quella mossa - che ha impedito che la governance della Bicocca, insieme con il suo patrimonio tecnologico, finissero nelle mani del governo cinese - i piani egemonici cinesi hanno subito un duro colpo. L'uscita di Silk Road ne rappresenta un primo punto di caduta, probabilmente destinato a essere seguito, progressivamente, dalla stessa Chem China.
Tornado ai valori delle operazioni finanziarie di questi giorni, Silk Road ha concluso nella il collocamento accelerato del 9% di Pirelli a 5,76 euro, con uno sconto del 6,94% sui 6,19 euro della chiusura di mercoledì e contro i 5,91 della chiusura di ieri, in calo del 4,5% proprio per l'entità del pacchetto finito sul mercat. L'operazione ha registrato una domanda di quasi 4 volte l'offerta per oltre 360 milioni di azioni e ha portato nelle casse del fondo cinese 520 milioni di euro.
L'operazione dei soci italiani, dal canto suo, con l'incremento
nel capitale del gruppo, ha «rinsaldato», secondo le società della galassia, «il ruolo di Camfin e Mtp quali azionisti stabili», i quali «ribadiscono la fiducia e l'impegno nel sostenere i progetti industriali di Pirelli».
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