Nel corso della riunione della consulta Acri del Nord-Ovest, che si è tenuta martedì 9 gennaio, il presidente della Fondazione Crt, Fabrizio Palenzona (in foto), «non poteva che ribadire che fosse fuori contesto parlare di candidature», tema che «si deciderà in futuro» quando «probabilmente matureranno, istanze ed esigenze condivise da parte di tante altre Fondazioni. Organismi di comprovata esperienza che sicuramente non necessitano di suggerimenti o regie esterne che indirizzino le loro preferenze. Così hanno commentato, ieri, fonti vicine alla Fondazione Crt presenti alla riunione nel corso della quale, secondo alcune indiscrezioni, il presidente Palenzona avrebbe dichiarato di non volersi candidare al vertice dell'Acri. Il presunto passo indietro dalla corsa all'Associazione delle Fondazioni sarebbe motivato con il desiderio di restare al vertice di Crt dove Palenzona ha «già tante cose da fare». Ma a questo punto i messaggi filtrati ieri da Torino lasciano aperti i giochi. Di sicuro c'è che per il vertice Acri (che va rinnovato nella primavera del 2025, come riportato dal Giornale il candidato più accreditato è l'attuale numero uno della Fondazione Cariplo Giovanni Azzone, che raccoglie ampio consenso nelle Fondazioni, compreso quello fondamentale di Francesco Profumo, attuale presidente dell'Acri e della Compagnia di San Paolo, secondo grande elettore, insieme con la Cariplo, dei vertici Acri. Il tema resta però anche il futuro dello stesso Profumo.
Per il quale il grande vecchio delle Fondazioni, l'ex presidente Cariplo Giuseppe Guzzetti, ha pensato alla presidenza di Intesa Sanpaolo, che ha il cda in scadenza nel 2025. Una nomina però incompatibile con il vertice dell'Acri, che Profumo dovrebbe lasciare, quindi, già quest'anno. E poi aspettare.
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