Rinviato al 2017 l'aumento del Sole

L'atteso piano di risanamento non sarà sul tavolo dell'assemblea di giovedì 22

Rinviato al 2017 l'aumento del Sole

Ieri il Sole 24 Ore non è stato pubblicato per uno sciopero dei giornalisti proclamato nella serata di venerdì. Con questa situazione, sempre più tesa, il gruppo controllato al 67% da Confindustria si avvicina all'appuntamento di giovedì, quando è in calendario l'assemblea del gruppo editoriale, che è quotato in Borsa. Un'assise convocata con urgenza perché le perdite del terzo trimestre sono arrivate a erodere per oltre un terzo il capitale sociale, che quindi va, per legge, abbattuto o ricostituito.

L'occasione era attesa per presentare il piano industriale sulla base del quale Confindustria avrebbe chiesto ai suoi associati il via libera per una cospicua capitalizzazione, anch'essa prevista in assemblea. Ma dopo la burrascosa uscita dell'ad Gabriele Del Torchio - licenziato da Confindustria dopo aver fatto emergere, oltre alle perdite del 2016, anche quelle pregresse - il percorso di urgente risanamento sembra essersi fermato. Dal quel 30 settembre sono passati tre mesi e il piano che lo stesso Del Torchio aveva preparato, e il cda approvato, è sparito con l'arrivo, a metà novembre, del nuovo ad Franco Moscetti, al lavoro su un progetto alternativo. Così, per l'assemblea di giovedì, Confindustria ha deciso di intervenire sul capitale solo nella misura strettamente necessaria a rispettare la legge e permettere la continuità aziendale. Del piano e della capitalizzazione vera e propria - con un patrimonio netto passato dai 350 milioni del 2007-2008 all'attuale intorno dello zero e una voracità di cassa nell'ordine di almeno 40 milioni l'anno dovrebbe essere tra i 70 e i 90 milioni - se ne riparlerà nel 2017. Mentre i pm di Milano e la Consob (settimana scorsa è arrivata l'ultima perquisizione della Finanza) continuano a indagare su comunicazioni al mercato e falso in bilancio.

È di questa mancanza di cambio di passo che i dipendenti del Sole si dicono preoccupati, soprattutto in presenza di cassa che continua a bruciare e di numeri in forte calo (da 145 a 109mila la diffusione media Ads di copie cartacee annue in ottobre; calo Audiweb del 21,9% degli utenti unici sul sito). Oltre che dall'assenza di una reale discontinuità, anche nella direzione del quotidiano. Non a caso lo sciopero è scattato perché il direttore Roberto Napoletano (sfiduciato dalla redazione, ma confermato da Moscetti che in una comunicazione interna lo ha considerato al suo fianco nella stesura del piano di rilancio), non ha accettato di pubblicare un comunicato del cdr nella prima pagina del quotidiano di ieri. A lasciare il gruppo, invece, in queste ultime settimane sono stati alcuni manager della prima linea con i quali Del Torchio aveva iniziato a guardare le carte e i conti: prima è stato licenziato il direttore finanziario Valentina Montanari, poi il capo del personale Edoardo Zecca.

Due segnali che per l'azienda segnano l'inizio del nuovo corso, mentre per i dipendenti sono considerati alla stregua di una purga interna, in vista della normalizzazione.

Con queste premesse, l'assemblea di giovedì si preannuncia molto poco natalizia.

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