Ryanair non molla ma anzi rilancia. Malgrado i problemi con il fisco italiano, la compagnia aerea irlandese, leader nel settore low cost, ha ieri presentato quattro nuove rotte da Ciampino: a partire da aprile dal secondo scalo romano sarà possibile raggiungere Cuneo in Piemonte, Brema in Germania, Fez in Marocco e Corfù in Grecia. Con queste nuove tratte Ryanair conta di raggiungere a Roma i 590 voli settimanali, con 49 rotte servite, 4,2 milioni di passeggeri e 4200 posti di lavoro (un dato questo tratto da un'analisi dell'Aci che calcola che ogni milione di passeggeri porta mille posti di lavoro «in loco»).
Una dimostrazione di spavalderia per la compagnia dell'arpa, il cui amministratore delegato Michael O'Leary è stato di recente indagato con il suo braccio destro Juliusz Komorek perché avrebbe assunto a Dublino 220 dipendenti della compagnia in realtà di stanza a Orio al Serio, nell'aeroporto bergamasco che proprio la presenza di Ryanair ha trascinato a diventare il quarto scalo italiano per numero di passeggeri. In questo modo la Ryanair avrebbe evaso, secondo l'accusa quasi 12 milioni al fisco italiano. «Da quando la legge è cambiata, lo scorso anno i nostri dipendenti pagano le tasse qui in Italia», liquida la questione O'Leary. E comunque l'ad garantisce che «il contenzioso con il fisco italiano non ostacola la crescita di Ryanair».
Già, quando si parla di Ryanair il segno più è praticamente fisso. Se la compagnia irlandese ha chiuso il 2012 con 22,1 di passeggeri trasportati da e per l'Italia (nel 2011 erano stato 20,3), il 2013 si prospetta ancora migliore e si conta di toccare quota 24 milioni. Il sorpasso di Alitalia che Ryanair aveva avventatamente annunciato per il 2011, salvo poi rimangiarsi i dati, sembra quindi solo questione di (poco) tempo. L'avanzata del vettore irlandese è trainata, secondo O'Leary «dalle nuove rotte, dalle tariffe più basse e dalle difficoltà di compagnie come Alitalia e Meridiana». Del resto la compagnia low cost con la sua politica tariffaria aggressiva, con il taglio dei fronzoli che ormai hanno modificato le abitudini dei passeggeri, con una rigida gestione del trasporto bagagli che è bene conoscere per non incorrere in cattive sorprese all'imbarco, ha sempre goduto di una marcia in più rispetto alle compagnie tradizionali gestite con stile quasi ministeriale. E in Italia le differenze sono ancora più pronunciate. Ma si sa, business is business.
O'Leary ha da sempre un atteggiamento ambiguo nei confronti del nostro Paese. Che è tra i mercati più importanti per la sua compagnia, ma di cui non ama la burocrazia e l'eccessiva sindacalizzazione. Ma quando qualcuno gli chiede quale governo si augura esca dalle urne, non si sbilancia: «Il miglior risultato del voto in Italia è un governo stabile, in grado di governare per 4-5 anni. A chiunque vinca chiederemo di mettere il turismo al centro del programma elettorale. Il turismo può portare a una rapida ripresa e a una rapida creazione di posti di lavoro, soprattutto per i più giovani».
O'Leary è intervenuto anche sulla complessa situazione di Ciampino, un aeroporto che da anni convive con la spada di Damocle della minacciata chiusura per l'inquinamento acustico che avvelena la vita dei residenti nei vicini insediamenti. Ryanair da sempre si dice contraria alla chiusura di Ciampino e allo spostamento in un altro scalo regionale, peraltro tutto da inventare. Nel 2007 il ministero dei Trasporti aveva scelto Viterbo come scalo specializzato nei voli low cost in sostituzione di Ciampino, destinato a chiudere, ma il progetto sembra ora naufragato. Una vittoria per O'Leary, che aveva minacciato di lasciare Roma in caso di trasloco forzato. «Sono sicuro che Ciampino non chiuderà, una città come Roma ha bisogno di due aeroporti», garantisce O'Leary.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.