
«La maggioranza del nostro capitale è in mano a investitori istituzionali e a qualche investitore privato che prenderanno le loro decisioni in base alla convenienza, non in base alla politica». L'ad di Mediobanca, Alberto Nagel, ieri ha usato queste parole davanti alla platea londinese della European Financials Conference di Morgan Stanley per commentare le prospettive ell'Ops lanciata da Mps sull'istituto di Piazzetta Cuccia. Poi anche nella City ha replicato il copione già letto nel comunicato diffuso dalla banca all'indomani del cda che aveva rigettato l'offerta senese: «L'Ops non è positiva per i nostri azionisti e per gli azionisti di Mps», «il target di taglio costi sembra piuttosto ambizioso», «vediamo delle dissinergie di funding».
Il banchiere ha dunque lanciato la palla sul campo del Mef, azionista del Monte, puntando il dito sul rischio politico e quindi alzando il tiro sul ruolo del governo Meloni. Ma la partita è finanziaria ed è epocale: non si tratta solo di dare vita al terzo polo bancario, ma di modernizzare equilibri considerati intoccabili. A confermarlo è lo scontro che si sta consumando in Assogestioni e sulla presentazione di una lista di minoranza per il rinnovo del cda delle Generali. Parliamo dell'altra partita che vede coinvolta la banca guidata da Nagel: come anticipato da il Giornale, la riunione di ieri del comitato dei gestori (la terza nel giro di pochi giorni) è servita per esaminare il parere chiesto dal coordinatore Emilio Franco di Mediobanca Sgr al bocconiano Filippo Annunziata sulle eventuali incompatibilità dei gestori oltre a quelli già in conflitto che dunque si sono astenuti negli incontri precedenti (Mediobanca stessa , Trieste, Anima e la controllata Kairos). Nel mirino è finito, in particolare, il Banco Poste per il quale il fronte vicino a Piazzetta Cuccia avrebbe paventato un rischio di impugnativa. Ebbene, ieri il confronto si è concluso con un nuovo aggiornamento a venerdì: i rappresentanti di Anima e Kairos hanno, infatti, portato sul tavolo un parere preparato dal giurista Andrea Zoppini che verrà dunque esaminato nella prossima riunione. Il tempo stringe: la scadenza per presentare le candidature per il board a Trieste è quella di sabato 29 marzo. All'assemblea delle Generali del 24 aprile l'istituto guidato da Nagel presenterà una lista di maggioranza di almeno 13 nomi con capofila gli attuali vertici Andrea Sironi e Philippe Donnet. Il gruppo Caltagirone presenterà un elenco "corto di cinque-sei candidati. Una eventuale terza rosa di almeno tre nomi presentata da Assogestioni, in assenza di una lista del cda (che tre anni fa aveva assorbito gran parte delle preferenze dei fondi), potrebbe dunque avere l'effetto di drenare voti a quella targata Mediobanca.
Sempre ieri, intanto, alla conferenza di Morgan Stanley a Londra ha partecipato un altro protagonista del risiko bancario: l'ad del Banco Bpm, Giuseppe Castagna, che a proposito
dell'offerta di Unicredit ha detto: «Al momento non abbiamo nessuna possibilità di commentarla, perché è una non offerta, che non riflette il reale valore della nostra banca». E poi ha aggiunto: «Noi non siamo in un mood difensivo».
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