Una scelta nel momento sbagliato

di Marcello ZacchéChe Mario Greco avrebbe lasciato le Generali si era capito poco prima di Natale. Esisteva un'offerta del gruppo Zurich. Ma l'ad di Generali ha fatto intendere al mercato che la trattativa per il rinnovo era aperta, negando l'esistenza di offerte svizzere. Com'è, come non è, alla fine l'ipotesi dell'addio - che il Giornale ha anticipato il 23 dicembre - si è puntualmente realizzata. E Greco non ne esce bene, perché se aveva già deciso di andarsene, non doveva tenere aperta la partita, con tutte le informali smentite del caso, per ben 5 settimane. Anche perché non risulta nessuna mossa di Mediobanca, primo socio del Leone, per mandare via Greco. Anzi: in Piazzetta Cuccia lodano il suo lavoro di risanamento. E l'ad, Alberto Nagel, ha ripetuto a tutti quelli che glielo chiedevano che non aveva mai pensato di licenziare Greco. Il 56enne manager napoletano se ne va dunque sulle sue gambe. E lascia il lavoro a metà, pochi mesi dopo la presentazione di un piano triennale. Greco andrà a Zurigo, dove riceverà uno stipendio molto più alto (quando quello delle Generali era già di 4 milioni l'anno). Però ci pare che, per un top manager italiano, lasciare la più grande società finanziaria nazionale in un momento così delicato per il Paese, per andare in Svizzera a guadagnare di più pagando meno tasse, suoni stonato. E non sapremo mai se, tra le motivazioni di questo «gran rifiuto», non ci siano anche le difficoltà all'orizzonte per le stesse Generali. Che Greco lascia con l'obiettivo di 5 miliardi di dividendi in 3 anni e il vincolo delle nuove regole di Solvency 2. Due dossier forse più complessi del previsto. Mentre il titolo Generali, che ieri ha chiuso a 14,15 euro, non brilla ormai da mesi.

Anzi, è in calo costante, soprattutto se si pensa che i 10,83 euro del luglio 2012, con lo spread quasi a quota 400, corrispondono a circa 16 euro di oggi, con lo spread a 100. Ma questo ormai non è più un problema di Greco.

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