Avete controllato la busta paga? Perché ora cambia l'importo

L’esclusione dei precedenti aiuti economici per i figli a carico, sostituiti dalla nuova misura, ha fatto sì che solo un nucleo familiare su due riceverà il contributo entro i prossimi giorni

Avete controllato la busta paga? Perché ora cambia l'importo

Le buste paga del mese di marzo hanno destabilizzato numerose famiglie italiane. L’esclusione dei precedenti aiuti economici per i figli a carico, sostituiti dal nuovo assegno unico, ha fatto sì che solo un nucleo familiare su due riceverà il contributo entro i prossimi giorni.“Gli stipendi di marzo – ha dichiarato al quotidiano economico Il Sole 24 Ore Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi Consulenti del lavoro – stanno riservando diverse sorprese, in molti casi non positive”. Che sia una fase di transizione è chiaro per tutti: la recente riforma dell’Irpef, con la riduzione degli scaglioni da cinque a quattro, e la revisione dell’assegno unico hanno creato problemi ai lavoratori.

Per fare un esempio pratico, un operaio sposato e con due figli minorenni a carico prendeva 1.974 euro netti al mese nel 2021, mentre adesso ha percepito appena 1.668 euro, ovvero 306 euro in meno in busta paga, nonostante potenzialmente abbia diritto all’assegno unico considerando il suo Isee familiare, pari a 11mila euro annui. Ma perché è accaduto tutto ciò? Lo stesso lavoratore avrebbe ottenuto il nuovo assegno se avesse fatto domanda all’Istituto nazionale di previdenza sociale entro la fine del mese scorso. In parole povere, chi non si è preoccupato di sistemare la propria posizione per tempo, almeno per il momento, subisce solo il taglio delle agevolazioni, ricevendo uno stipendio più basso.

Non finisce qui, comunque, dato che lo stesso operaio dell’esempio potrà ricevere gli arretrati dell’assegno unico inoltrando domanda all’Inps entro la fine del mese di giugno. Le proteste dei lavoratori già sono vibranti e molti di loro fanno fatica a capire il meccanismo del nuovo sistema che, in questa prima ondata, ha alleggerito le buste paga mandando su tutte le furie tanti cittadini. Alcune voci nel cedolino sono scomparse, poiché vengono assorbite dal nuovo assegno unico e, quindi, adesso sono penalizzanti per chi riceve lo stipendio. Gli aspetti immediatamente positivi, invece, sono dati dalle nuove aliquote Irpef che, nell’esempio dell’operaio, sono foriere di buone notizie.

In quel caso, l’aliquota è ridotta dal 24,28% al 23,65% e questo comporta benefici per la fascia di reddito media, anche se i risultati migliori li otterranno quei cittadini che guadagnano di più. Sui familiari con redditi più bassi, in particolare quelle con figli a carico, la conseguenza della nuova Irpef viene attenuata in busta paga dal taglio dei vecchi aiuti alla famiglia.

Solo aggiungendo l'assegno unico potrà realizzarsi quell'azione redistributiva evidenziata dal ministero dell’Economia e delle finanze, anche se tutto resta sempre legato all’entità dell’Isee dei nuclei familiari.

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