Lo spread sale? Non importa

Non è un boutade, ma la risposta che un risparmiatore consapevole dovrebbe avere nei confronti di situazioni di mercato che elevano il rischio di investimento

Lo spread sale? Non importa

Sale di nuovo lo «spread»? A me, risparmiatore consapevole, non importa. Non si tratta di un boutade, ma delle risposta che un risparmiatore consapevole dovrebbe avere nei confronti di situazioni di mercato che elevano il rischio di investimento su un titolo, su una valuta, su un comparto finanziario. In realtà lo spread, che misura la differenza tra il titolo di stato decennale italiano con l'omologo tedesco, stabilisce il grado di affidabilità del nostro Paese rispetto a quello della Merkel. Più sale lo spread, più gli investitori internazionali valutano in crescita il rischio Italia.

Ma perché un risparmiatore consapevole potrebbe disinteressarsi quasi totalmente di quanto sta accadendo attorno a lui? Per due elementi: la diversificazione massima possibile con cui si dovrebbe approcciare ogni investimento e la chiarezza di obiettivi che si dovrebbe avere ogni volta che si sceglie una strada d'investimento da percorrere. Parto dalla seconda. Se sto costruendo il mio futuro previdenziale, magari in un'ottica temporale lunga, posso lasciarmi frenare da quello che sta accadendo vent'anni prima? E poi c'è la diversificazione. Anche da italiano il mio investimento non potrà essere solo concentrato nel Bel Paese, così come non dovrà essere concentrato su un singolo titolo, o valuta. Il nostro risparmio, i nostri progetti, sono troppi importanti perché li si vanifichi con una scommessa.

Ma tutto questo passa per una consapevolezza, per un'educazione finanziaria che solo grazie all'apporto e alla guida di consulenti preparati potremo conquistare.

Ed allora lo spread sale? Io, almeno da risparmiatore, non me ne preoccupo. Di questo si parlerà nel corso della trasmissione Mercati Che Fare in onda, domenica alle 20.30 su TgCom24 di Mediaset.

leopoldo.gasbarro@me.com

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