Il taglio dei prezzi sulle auto Tesla è costato a Elon Musk una marginalità più ridotta e una scoppola in Borsa. L'azienda pioniera dell'auto elettrica, infatti, all'apertura dei listini dopo la divulgazione della trimestrale è arrivata a cedere oltre il 9 per cento a Wall Street. Da una parte il mix di incentivi e taglio dei prezzi ha fatto volare le consegne, salite dell'83% nel periodo aprile-giugno raggiungendo il livello record di 466mila automobili. Ma il margine lordo, la differenza tra il prezzo di vendita e i costi di produzione, è sceso nel trimestre al 18,1% quando un anno fa era al 26% e questo non è piaciuto agli investitori.
I prezzi più popolari hanno però spinto i ricavi oltre le attese: nei tre mesi a 24,9 miliardi di dollari (+47%) e così anche i profitti, a 2,7 miliardi (+20% su un anno fa). Musk, che ha più volte tagliato i prezzi in Cina, negli Usa e in altri mercati (Italia compresa), durante la conferenza con gli analisti ha parlato «di tempi turbolenti» motivo per cui sta pensando a nuove sforbiciate ai listini se i tassi continuassero a salire. Il visionario imprenditore, probabilmente, ha capito che il tempo dell'elettrificazione su larga scala è vicino, ma per dominare il mercato sarà necessario essere competitivi sul prezzo e anche produrre molte più auto. A tal fine Tesla vuole raddoppiare la capacità produttiva del suo impianto di assemblaggio fuori Berlino, portandola a un milione di veicoli elettrici all'anno, in un'operazione che la renderebbe la più grande fabbrica di automobili d'Europa. Altro pezzo della strategia su cui l'azienda punta, inoltre, è aprire l'uso del software di guida autonoma ai concorrenti.
Intanto anche altrove ci si sta muovendo: Stellantis, per esempio, ieri ha presentato insieme a Saft un nuovo prototipo di una batteria di accumulo di energia - la Ibis, Intelligent Battery Integrated System - che integra le funzioni di inverter e caricatore. Si tratta di un risultato che arriva dopo quattro anni di progetti, modelli e simulazioni, portati avanti da un team costituito da venticinque tra ingegneri e ricercatori del Cnrs (Centro nazionale di ricerca scientifica francese), di Stellantis e di Saft. L'integrazione di queste funzioni rende la batteria più efficiente, il che si traduce in una maggiore autonomia per i veicoli elettrici, e al tempo stesso più affidabile e meno costosa. I partner del progetto Ibis sono ora impegnati nella realizzazione di un prototipo di veicolo completamente funzionale che sarà collaudato sui banchi e sulle piste di prova di Stellantis e su strada. L'intenzione del team di sviluppo è rendere la tecnologia disponibile sui veicoli dei marchi Stellantis prima della fine di questo decennio.
«Il nostro viaggio verso l'elettrificazione è alimentato dalle eccellenze dell'innovazione e della ricerca», ha dichiarato Ned Curic, chief engineering & technology officer di Stellantis, «questo rivoluzionario sistema di batterie potrebbe rappresentare un passo decisivo nell'impegno di Stellantis a fornire tecnologie utili, di facile utilizzo e avanzate per tutti».
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