Si è arrivati al dunque per quanto riguarda il futuro di Tim. Domani, infatti, si capirà se la lista del consiglio d'amministrazione, che propone la conferma del ceo Pietro Labriola (in foto), riuscirà a spuntarla in assemblea sulle liste di Merlyn Partners e del fondo Bluebell. Oggi è l'ultimo giorno per chi intende votare per corrispondenza tra i piccoli soci, mentre sempre oggi Morrow Sodali chiuderà la raccolta delle deleghe per la lista del board. L'incognita è capire che cosa deciderà di fare Vivendi, primo socio con il 23,7% del capitale. I francesi non scioglieranno la riserva fino all'ultimo, anche se al momento l'ipotesi più accreditata è l'astensione. I transalpini sono contrari alla vendita della rete al fondo americano Kkr. E hanno intentato una causa al tribunale di Milano (con prima udienza il 21 maggio). Sta di fatto che non schierarsi contro Labriola potrebbe essere un segnale di desistenza, anche alla luce del fatto che l'operazione è ormai stata notificata alla Dg Comp. Se, invece, Vivendi votasse con una delle liste alternative, allora la partita sarebbe aperta, fermo restando che la lista Labriola pare favorita perché ha dalla sua l'appoggio della Cdp (9,8%), dei fondi italiani e di una parte consistente di fondi istituzionali esteri.
Intanto, ieri,
l'ad della stssa Cassa Depositi, Dario Scannapieco ha dichiarato in un'intervista al Corriere della Sera che la fusione tra Open Fiber e Netco «è un obiettivo strategico» e ha auspicato l'apertura di «un tavolo di lavoro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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