Tim senza rete torna al centro tra sussurri e manovre

Crescita in Piazza Affari per Tim

Tim senza rete torna al centro tra sussurri e manovre
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Ieri giornata brillante in Piazza Affari per Tim, che ha guadagnato il 2,1% (a 0,238 euro) dopo aver sfiorato il 4% in scia ai rumor di una possibile cordata - che sarebbe guidata dall'ex presidente di Cassa depositi e prestiti Claudio Costamagna, sebbene lui abbia smentito - per rilevare il 23,7% in mano a Vivendi. Non è certo un mistero che il presidente Yannick Bollorè (foto) sia alla ricerca di un compratore per l'intera quota, per la quale potrebbero accettare anche una cifra tra 1,5 e 2 miliardi che consentirebbe di ridurre sensibilmente la perdita rispetto all'investimento originale di 4 miliardi. Quanto all'ipotesi Costamagna, le stesse voci avvertono che però avrebbe ricevuto un primo «no» da parte del fondo Tikehau Capital. Il rincorrersi di manovre e sussurri, che inevitabilmente trascinano al rialzo il titolo, è la conseguenza più diretta del ritrovato appeal di Tim. La cessione della rete fissa all'americana Kkr, condotta dall'amministratore delegato Pietro Labriola, ha portato la telco italiana a sgravarsi di una quota significativa del suo debito e di lacci normativi che comprimevano i margini ulteriormente in un mercato già di per sé gravato da un'eccessiva concorrenza tra operatori che schiaccia i prezzi (i più bassi del mondo dopo quelli di Israele). Va da sé che non sorprende più di tanto sapere di cordate interessate a entrare nel capitale di Tim.

Anzi, è verosimile che l'iniziativa di Costamagna possa non essere l'unica, anche perché all'orizzonte c'è la prospettiva di una Commissione europea che potrebbe diventare più permissiva per quanto riguarda la riduzione degli operatori di mercato e avere una politica più accomodante per quanto riguarda le fusioni tra operatori, che hanno già conosciuto un antipasto con le nozze tra Vodafone e Fastweb.

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