Visco: "L'inflazione è una tassa, lo Stato compensi. Bene il debito pubblico"

Il governatore della Banca d'Italia è intervenuto al congresso annuale di Assiom Forex in corso a Parma

Visco: "L'inflazione è una tassa, lo Stato compensi. Bene il debito pubblico"

Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, è intervenuto al 28° congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato a Parma da Assiom Forex, sottolineando che un’altra grave crisi (forse) è alle spalle e il futuro si può guardare con ottimismo. Anche se i problemi ovviamente non mancano. ''Le pressioni sui prezzi finali di beni e servizi - ha sottolineato - sarebbero più prolungate di quanto inizialmente stimato, ma dovrebbero riassorbirsi nel 2023''. Dalla seconda metà del 2021 ''in molti paesi si è altresì osservato un significativo, per la maggior parte inatteso, rialzo dell' inflazione. Dal lato dell'offerta e dei costi vi hanno contribuito soprattutto i marcati rincari dell'energia da fonti fossili, le strozzature nelle catene produttive, l'incremento dei costi dei trasporti internazionali''.

Nonostante le stime di inflazione al 2% nel 2023, "le tensioni sul fronte energetico non si sono ancora allentate. Anche se è probabile che la prevista riduzione dell’inflazione trovi conferma nei prossimi mesi, i rischi di un disancoraggio delle aspettative e di avvio di rincorse tra prezzi e salari, di cui pure al momento non vi è evidenza, vanno attentamente monitorati".

Visco ha inoltre sottolineato che l’aumento dell’inflazione determinato dalla crescita dei costi energetici "è sostanzialmente una tassa, probabilmente in buona parte destinata a rientrare, i cui effetti più distorsivi possono essere oggetto di compensazione, ove possibile, a carico dei bilanci pubblici". Ha ricordato gli interventi varati dal governo e quelli in corso di valutazione contro un aumento che determina una riduzione del potere di acquisto dei redditi nell’area dell’euro. Nella media del 2021 - ha spiegato - la perdita connessa al deterioramento delle ragioni di scambio è stata contenuta intorno all’1 per cento; essa è andata però salendo nel corso dell’anno, portandosi oltre il 2 per cento nel quarto trimestre. L’incremento dei costi non deve però trasformarsi in una prolungata spirale inflazionistica".

Le banche, sottolinea Visco, hanno recitato un ruolo importantissimo e "hanno aiutato a superare le difficoltà" anziché contribuire ad aumentarle. Il governatore ha poi messo l’accento sulla condizione in Italia "non negativa del complesso bancario", pur sottolineando che vi sono "casi di fragilità, principalmente presso banche di dimensione medio-piccola e con un modello di attività tradizionale. Per molte di queste a una bassa qualità del credito si sommano difficoltà nel contenimento dei costi e nel rispondere alle sfide dell’innovazione tecnologica".

Buone notizie sul fronte del debito pubblico. "Il previsto rallentamento degli acquisti netti di titoli da parte della BCE nel corso di quest’anno e la loro eventuale sospensione non sono tali da giustificare, in Italia, un significativo peggioramento delle condizioni di finanziamento sul mercato obbligazionario", ha sottolineato Visco. "Il peso del debito pubblico si è ridotto in misura marcata e, rispetto a previsioni che lo vedevano prossimo al 160 per cento del Pil alla fine del 2021, sarà verosimilmente di circa 10 punti percentuali più basso - ha proseguito -. La tendenza alla riduzione dovrà proseguire nei prossimi anni. Un contenuto rialzo dei tassi di mercato non avrà effetti rilevanti sul costo del debito, la cui vita media è di poco inferiore agli otto anni.

Se la politica di bilancio saprà garantire il graduale riequilibrio dei conti e il PNRR troverà attuazione tempestiva, piena ed efficace, l’eventuale aumento dei tassi di interesse sarà compensato dal ritorno dell’economia su sentieri di crescita più elevati in modo duraturo".

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