Ecopass diversi? C’è chi lo vuole in tangenziale

Oggi Palazzo Marino dovrà decidere se ricorrere al Consiglio di Stato. L’alternativa potrebbe essere una tassa proporzionata all’inquinamento

Ecopass diversi? 
C’è chi lo vuole 
in tangenziale

È piccato il vicesindaco e as­sessore alla Mobilità Riccardo De Corato per la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso con­tr­o Ecopass presentato da Geni­tori antimsog, Wwf e Italia No­stra. Ma la sentenza, che annul­la il capitolo della delibera 3594 del 24 dicembre 2009 che con­cedeva l’esenzione del paga­mento del ticket a tutti i veicoli diesel (destinati al trasporto di persone fino a 9 posti e al tra­sporto merci) da Euro 0 a Euro 3 con filtro antiparticolato mon­tato dopo l’acquisto, non lo co­glie impreparato. Dell’argo­mento, infatti, si era discusso, con grave disagio, agli stati ge­nerali della maggioranza. Una seduta burrascosa quella del 4 maggio, che non aveva portato ai risultati sperati: «il passaggio politico non era stato facile - ri­corda de Corato _ a avevamo de­ciso allora di puntare solo sul­l’annullamento dell’esenzione per i diesel Euro 4 senza filtro», trascurando il discorso appun­to delle deroghe ai veicoli con il filtro aperto, ovvero montato «after market» dopo l’acquisto. Ora Palazzo Marino è davanti a un bivio: modificare la delibe­ra introduce­ndo distinzioni nel­le classe di veicoli a seconda del­la tipologia di fap installato o impugnare il ricorso davanti al consiglio di stato. Oggi l’asses­sore alla Mobilità ne parlerà con l’avvocatura per analizzare pro e contro delle due alternati­ve e decidere il da farsi. Certo a a buon senso,l’idea di introdur­re ulteriori specifiche e classifi­cazioni rischia di far collassare Ecopass in un grande caos. Si­gnificherebbe mettere i milane­si di fronte a un vero e proprio rebus semplicemente per capi­re chi deve pagare e chi no e quanto a seconda del tipo di vei­coli su cui vince installato que­sto o quel filtro. Il Comune dovrebbe smista­re i veicoli da Euro 0 a Euro 3 in classi di inquinamento diverse a seconda del tipo di filtro instal­lato. Una difficoltà in più per i milanesi, che dovrebbero co­municare al sistema i dati, e so­prattutto al cervellone centra­le, che dovrebbe recepire le complesse informazioni e com­portarsi di conseguenza. Com­plicare la vita ai milanesi, so­prattutto sotto elezioni, è un ri­schio (forse) troppo alto. E il vecchio leone della politica De Corato lo sa bene: «Un’opera­zione per nulla facile - spiega ­data l’impossibilità per il siste­ma di valutare al momento del passaggio delle auto sotto le te­lecamere il tipo di filtro monta­to. L’alternativa è chiedere ai milanesi di comunicare queste informazioni. ma la cosa non è banale: la motorizzazione non inserisce in tempo reale nella carta di circolazione queste in­formazioni, inoltre non è imme­d­iato per i milanesi capire a qua­le classe di inquinamento arri­vano dopo avere montato il fil­tro ». In realtà un precedente esi­ste già: l’accordo tra Comune e Unione del Commercio, sul ca­rico e scarico merci, prevede in­fatti che siano i commercianti a comunicare al sistema il tipo di filtro montato sul proprio mez­zi. «Per ora si tratta di una speri­mentazione- aggiunge de Cora­to - valuteremo a breve l’effica­cia del sistema». Sorride il capogruppo dei Ver­di Enrico Fedrighini, da sem­pre fautore di una linea intransi­gente contro l’inquinamento e impegnato, con l’ex assessore all’Ambiente Edoardo Croci e con le associazioni ambientali­ste a promuovere i referendum cittadini su mobilità e ambien­te- «la raccolta firma sta andan­do benissimo». «Accogliamo la sentenza del Tar come un’otti­ma notizia. La delibera che equipara i diesel con filtri anti­particolato montati dopo l’ac­quisto a auto non inquinanti è tarocco. La capacità inquinan­te dei diesel è data dal processo di combustione, indipendente­mente dal filtro». A sostegno della sua tesi Fedrighini cita stu­di scientifici in base ai quali i fil­tri cosiddetti aperti sono in gra­do di abbattere in media il 30 delle polveri sottili contro il 90% dei filtri «chiusi» ovvero già installati all’origine. «Non è un caso che il mercato dei filtri “posticci”sia inesistente:si trat­ta infatti di filtri che costano tan­to e rendono poco». Rilancia Andrea Poggio vice­direttore di Legambiente: «È da tempo che ripetiamo che la spe­rimentazione di Ecopass deve essere abbandonata. Il sistema ha funzionatao bene per il rigo­re con cui ha permesso di foto­grafare e multare chi trasgredi­va, ma l’area di applicazione è troppo piccola.

É il momento di trasformare Ecopass in conge­stion charge, ovvero far pagare chiunque entri in centri in cen­tro. Il ticket antismog - conti­nua Poggio - che tassa i veicoli a seconda della classe di inquina­mento ha senso per i veicoli commerciali, per questo an­drebbe applicato subito sulle tangenziali».

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