Eni resta partner strategico nel capitale Galp

Il gruppo italiano avrà il 33,34% alla pari con l’altro socio privato Americo Amorim, affiancato da Caixa

Paolo Giovanelli

da Milano

Accordo fatto per Galp: l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, ha infatti chiuso ieri a Lisbona una trattativa difficile che tra alti e bassi si trascinava ormai da anni. L’intesa prevede che l’Eni conservi la sua attuale quota del 33,34%; che il socio privato entrato nel capitale agli inizi di dicembre, Americo Amorim, salga dalla sua attuale quota del 14,268% al 33,34%; e che la Caixa (uno dei più importanti istituti di credito portoghesi) assuma una quota non inferiore all’1 per cento. Scaroni si è però riservato (con l’assenso del governo portoghese) di poter esercitare l’opzione di acquisto per salire al 47% anche dopo il 31 dicembre (data della sua scadenza prevista) nel caso in cui l’Antitrust europeo (come già capitato proprio nella vicenda Eni-Galp) intervenisse con un veto.
Dal punto di vista della governance, secondo l’accordo, l’Eni gestirà in maniera paritetica la società assieme ad Amorim, con un vertice di nomina interamente privata. In consiglio di amministrazione i rappresentanti di Eni ed Amorim saranno in numero uguale, con una presenza degli altri soci, il che dà comunque una maggioranza alla parte portoghese. Presidente e amministratore delegato dovranno essere nominati d’accordo tra i due azionisti: l’obiettivo è arrivare a una gestione «privata» della società che è destinata ad assumere un ruolo ben più importante di quello che ha avuto attualmente, proprio grazie all’azione dell’Eni che sarà il partner internazionale del gruppo portoghese. Galp svilupperà le sue attività nel settore del gas, eventualmente in sinergia con Union Fenosa Gas in cui l’Eni detiene una partecipazione, e le proprie attività di ricerca ed esplorazione nel settore degli idrocarburi. E non a caso Amorim ieri sera ha commentato che Galp si dovrà sviluppare nei Paesi di lingua portoghese (Angola e Brasile) che sono ricchi di giacimenti. Galp, infine, potrà entrare nel settore della produzione di energia elettrica.
Lo Stato portoghese ha confermato la propria intenzione di effettuare un collocamento in Borsa di Galp entro il 2006. Nell’intesa c’è poi tutta una serie di condizioni che permetteranno un riassetto dei rapporti con Rede Electrica Nacional (Ren), oggi azionista al 18,3%. Innanzi tutto entro 18 mesi dall’entrata in vigore dell’accordo Galp venderà la proprie attività regolate nel settore del gas a Ren. Dopo questo primo passo Amorim avrà in diritto di call-put per acquisire la quota di Ren in Galp, salendo così al 33,34%. Aggiungendo la quota di Caixa, i tre azionisti avranno oltre i due terzi del capitale Galp.
Secondo Scaroni, l’Eni ha raggiunto in questo modo l’obiettivo che si era data: privatizzare Galp e metterla sul mercato con un’Ipo, dare all’Eni il ruolo di partner strategico di Galp e partecipare su basi paritetiche alla gestione della società.

Di fatto l’accordo, che ha una durata prevista di otto anni, si conclude con tutti vincitori: lo Stato portoghese che è riuscito a non far prevalere l’Eni, e l’Eni che non solo non si è lasciata estromettere (come tentava Lisbona), ma ha riaffermato la propria presenza strategica in Galp.

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