Esame al rettore Ora è a rischio d’«impeachment»

Genova«Ho un’idea di gestione presidenziale dell’Università. Quindi, voglio inserire nello statuto, riveduta e corretta, la possibilità di sfiduciare il Rettore Magnifico, in caso gli venga a mancare il consenso». Parla in terza persona, ma si riferisce anche a se stesso, il nuovo - è entrato ufficialmente in carica il 1° novembre - «numero uno» dell’ateneo genovese: Giacomo Deferrari, 67 anni, già preside di medicina, specialista di nefrologia, è considerato molto vicino al presidente Pd della Regione Liguria, Claudio Burlando, ma anche personaggio in grado di interpretare il ruolo in assoluta autonomia. Lo dimostrano le prime dichiarazioni e prese di posizione all’indomani della nomina, in particolare sull’esigenza di arrivare a una profonda riforma dell’università.
E appena ieri, ecco l’ulteriore spallata che si rifà ai poteri del Senato accademico, «tagliato» da 22 a 15 membri: nella visione di Deferrari, che ha appena formato la giunta di governo con esponenti di varia estrazione accademica e politica, l’indispensabile riforma statutaria potrebbe portare anche all’istituzione di una sorta di impeachment del magnifico. Il provvedimento drastico sarebbe compreso nei poteri del Senato.

Una svolta epocale, considerando l’ormai storica ingessatura - che sfiora l’immunità (l’impunità?) - del mondo accademico di fronte a qualsiasi modello di riforma. In linea, par di capire, più con l’onda-Gelmini che con il riflusso neosessantottino.

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