Chi guidi il governo in Egitto ha poca importanza. Che a dirigere le sorti del Paese sia la giunta militare o il partito Giustizia e libertà di Mohammed Morsi, che il Cairo sia in mano a Hosni Mubarak, una cosa è rimasta certa nella storia degli ultimi anni: l'avversione del potere per un attivista scomodo, che tutti hanno cercato di ammutolire.
Blogger, tra le voci più in vista tra quelle che hanno accompagnato la rivoluzione del 25 gennaio 2011, Alaa Abd El Fattah ha subìto dal 2006 ad oggi ben quattro arresti. L'ultimo ieri, quando la polizia egiziana è entrata in casa sua, portandolo via e confiscando telefoni e computer portatile. Nel fermo è stata coinvolta anche la moglie, Manal, malmenata dagli agenti.
A ricostruire la lunga sequela di problemi con le autorità di Alaa ci pensa un articolo pubblicato questa mattina su RivistaStudio, che ricorda come un 25enne Abd El Fattah veniva arrestato già nel 2006, poco dopo avere fondato con l'allora fidanzata il blog manalaa.net, che proprio dalla crasi tra i due nomi prende il suo titolo.
L'attivista egiziano resterà in carcere per 45 giorni. Liberato, parteciperà alla rivoluzione di piazza Tahrir. Un secondo arresto a ottobre 2011, in seguito alle manifestazioni di Maspero per i diritti dei cristiani, nel periodo in cui le Forze armate avevano assunto il controllo del Paese, in attesa di nuove elezioni.
Dalla tornata elettorale usciranno vincitori i Fratelli Musulmani. Alla guida dell'ala politica del movimento Mohammed Morsi. È durante il suo periodo alla presidenza che Alaa viene detenuto di nuovo, a marzo 2013, con l'accusa di "incitamento". Questa volta l'attivista non aspetta che le forze di polizia vengano a prelevarlo, ma si consegna spontaneamente. Sarà libero in 24 ore.
L'ultimo arresto, in ordine di tempo, ieri. Ancora incerta la sorte dell'attivista egiziano. Secondo indiscrezioni che circolano sui social network dovrebbe rimanere in detenzione per quattro giorni, in attesa di essere interrogato.
Abd El Fattah è accusato, insieme al leader del movimento giovanile 6 aprile, di avere violato la nuova legge sulle manifestazioni, organizzandone una senza compiere i passi necessari. La nuova norma prevede che la richiesta arrivi alla polizia con tre giorni di anticipo.
Le forze dell'ordine hanno il potere di annullare i cortei, se ritengono ci siano rischi per la sicurezza.L'attivista, su cui pendeva un mandato d'arresto, aveva più volte ribadito la sua estraneità, dichiarando che si sarebbe comunque costituito.
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