Una donna denuncia: «Il mio divorzio in pasto a internet»Intercettata e pubblicata su Wikileaks una telefonata a Genova

RomaGuai a parlare al telefono di problemi economici, crisi in famiglia, liti con i parenti o scappatelle coniugali. Il Grande Orecchio può arrivare dappertutto. Lo ha imparato a sue spese Monica, genovese doc trapianta in Inghilterra, dopo aver scoperto che la sua vita privata era stata catapultata su Wikileaks, il sito dell'organizzazione per i diritti umani che pubblica documenti coperti da segreto con lo scopo di smascherare i comportamenti non etici di governi e aziende.
La vicenda, rivelata dal Secolo XIX, ha dell'inquietante perché si consolida l'idea che siamo tutti spiati, non solo i leader di mezzo mondo, controllati a tappeto dalla Nsa. Ma resta da chiedersi se sia corretto, da parte di giornalisti e attivisti che fanno capo ad Julian Assange, entrare così prepotentemente nell'esistenza della gente. Non si capisce, infatti, quali oscuri misteri potessero celarsi in una telefonata tra una madre (tra l'altro è morta qualche mese fa, ndr.) e una figlia emigrata nel Regno Unito che si confidava raccontando dei difficili rapporti con l'ex marito Simon, del carattere instabile dell'uomo e delle ripercussioni che il divorzio aveva avuto sui figli. «Inizialmente ho pensato che quanto accaduto fosse legato a questi sistemi di raccolta dati globali - racconta Monica -. Non capivo, infatti, chi potesse essere interessato alle nostre vite. Mio marito fa l'informatico, ma non credo lavori in apparati di sicurezza». «Non so come siamo state intercettati e perché questa conversazione sia finita nel circuito di Wikileaks - incalza - ma so che problemi di tipo intimo sono stati messi a disposizione di milioni di persone, senza che noi sapessimo niente. Ora mi sono rivolta a un avvocato».

C'è addirittura chi, tra gli internauti, ascoltando il dialogo tra le due donne è arrivato a postare il file ipotizzando si trattasse di un caso di abuso su minori. «Una vergogna - conclude Monica - ora dimenticatevi di noi»,

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