Egitto, la Bonino invita a cautela: "No al semaforo verde per i turisti"

Il ministro degli Esteri invita a cautela per la situazione del Sinai e mette le mani avanti sull'Iran: "No a ottimismo eccessivo"

Egitto, la Bonino invita a cautela: "No al semaforo verde per i turisti"

A più di tre mesi dalla deposizione del governo guidato da Mohammed Morsi, la situazione dell'Egitto continua a non essere tranquilla. A confermarlo, non bastassero le notizie provenienti dal Paese, è il ministro degli Esteri, Emma Bonino, alle Commissioni di Camera e Senato.

"I nostri servizi - ha ribadito il ministro - non consigliano e non danno un semaforo verde" per "la sicurezza dei turisti". Sharm el Sheik e l'area del Sinai, scosso di recente da attacchi portati a termine da gruppi islamisti contro le forze dell'ordine, non sono abbastanza sicure da permettere al turismo di riprendere a viaggiare in tranquillità. La causa principale è la "mancanza tangibile di evoluzione della nuova amministrazione", che la Bonino accusa di una "reazione totalmente spropositata", che ha provocato oltre 50 vittime nelle ultime settimane.

A impensierire non è soltanto la situazione egiziana. L'occhio del ministro degli Esteri italiano è fisso sulla Libia, che al momento non ha messo in atto il piano concordato ad agosto per il controllo delle frontiere e dei flussi migratori, che dalle coste tripolitane si dirigono verso l'Europa.

La Libia - ha detto la Bonino - non ha saputo fornire i nomi delle persone che il Paese s'impegnava a formare per far fronte all'emergenza, lasciando le coste senza controllo. Nel frattempo sui barconi, solitamente affollati di persone provenienti dal cuore africano (Sudan, Nigeria, Eritrea), hanno iniziato a viaggiare sempre più spesso anche i profughi siriani, anche se la maggioranza "segue, o è costretta a seguire, la rotta via terra, attraverso la Bulgaria".

Il ministro Bonino ha ricordato le cifre stanziate per le aree di crisi con il decreto Missioni. 23,6 milioni di euro per gli aiuti umanitari e altri 10 che dovrebbero arrivare per dicembre.

Il terzo tema caldo sul piano internazionale è quello del nucleare iraniano.

Sebbene il ministro degli Esteri ci tenga a sottolineare che la situazione "è diversa da quella di Ahmadinejad" e che "la novità più rilevante" degli ultimi tempi è l'apertura agli Stati Uniti, ricorda però che "non è il caso di essere eccessivamente ottimisti". Le relazioni con Teheran devono "basarsi su fatti e non su dichiarazioni".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica