Egitto, una cicogna finisce dietro le sbarre. È sospettata di spionaggio

Stop forzato per un uccello migratore accusato di essere al soldo dei servizi stranieri. Sul dorso un dispositivo di tracciamento

Un conto è parlare di animali dietro le sbarre. Un altro è metterceli - fisicamente - perché si sospetta che spiino per conto del nemico.

Ha fatto il giro delle testate internazionali la foto di una cicogna incarcerata in Egitto, consegnata alle autorità da un pescatore forse un po' troppo zelante, convinto che dietro l'aria innocente del pennuto si nascondesse un agente dei servizi.

Un uomo del governatorato di Qena, qualche decina di chilometri a nord di Luxor, ha consegnato alla stazione di polizia locale una cicogna trovata non lontano da casa con altri quattro esemplari. A far scattare i sospetti del patriottico egiziano una scatolina posta sul dorso dell'uccello, scambiata in buona fede per un congegno che poteva nascondere una telecamera, se non di peggio.

Una bomba? Magari un complesso aggeggio messo a punto da un servizio internazionale non esattamente amico del nuovo corso egiziano? Nulla di tutto questo. Tra le piume della cicogna, più semplicemente, si trovava un piccolo dispositivo di tracciamento, comunemente utilizzato per seguire i flussi migratori degli uccelli. Un lungo viaggio, seguito online da ricercatori ungheresi, che ha condotto lo stormo di cui il volatile faceva parte fino in Egitto.

Il curioso episodio, che mostra un certo grado di paranoia, non è il primo nel suo genere. A gennaio i media statali avevano riportato la notizia di un piccione fermato con addosso un microfilm definito sospetto. Le autorità turche avevano invece sospettato a luglio di un falco, sottoposto ai raggi x per verificare che non fosse una spia israeliana. E altri casi simili sono stati documentati in un articolo del Guardian.

Altrove,

nella città siriana di Homs, gli attivisti sotto le bombe del governo hanno utilizzato più volte proprio i piccioni per comunicare tra di loro e superare i molti controlli imposti dalle truppe governative.

twitter @ACortellari

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