Almeno sette morti, 446 i feriti. 305 persone in arresto. I numeri delle proteste contro il presidente egiziano, Mohammed Morsi, continuano a lievitare. I forti contrasti causati nel Paese da almeno due eventi, l'approvazione di una bozza costituzionale molto contestata e un decreto che pone Morsi di fatto al di sopra della magistratura, hanno portato in piazza nei giorni scorsi decine di migliaia di persone (100mila secondo dati difficili da confermare).
Anche questa notte sono continuati gli scontri al Cairo. Da una parte quanti sostengono il governo di Morsi, vicino ai Fratelli Musulmani. Dall'altra i manifestanti che si oppongono alla presidenza. Sette le vittime. Una situazione critica, che ha portato la guardia repubblicana, che difende il palazzo del presidente a Heliopolis, a schierare in piazza almeno tre carri armati e due camionette per il trasporto delle truppe. Il capo delle guardie ha comunque sottolineato che la presenza dei mezzi non servirà a realizzare "uno strumento di repressione per i manifestanti".
Morsi tornerà oggi a parlare alla nazione. Nel frattempo i manifestanti hanno lasciato l'area davanti al palazzo, come chiesto dal presidente. Argomento cardine del suo discorso sarà la crisi politica che attraversa l'Egitto. Il prossimo 15 dicembre il Paese sarà chiamato a votare la bozza costituzionale compilata nei giorni scorsi. Le critiche che riguardano il testo fondamentale sono state molteplici. Tra gli articoli più controversi il secondo, che mantiene il riferimento ai principi della Sharia.
"Morsi fa guerra al potere giudiziario"
In un'intervista a Le Figaro, oggi il vicepresidente dell'Alta Corte Costituzionale, Tahani al-Ghebali ha criticato fortemente la presidenza attuale. Morsi - ha detto - "si è accaparrato i pieni poteri". E da quanto ha preso il suo posto a giugno "ha dichiarato guerra al potere giudiziario".
In riferimento alla bozza costituzionale, ha parlato di un testo che "non solo sparge i semi di uno Stato religioso, ma limita anche le libertà individuali e il diritto di critica". Chiarissime le conclusioni: "Il nostro Paese è in pericolo, vi è una aumento innegabile della violenza: nelle manifestazioni iniziano a sentirsi gli stessi slogan che hanno portato alla caduta di Mubarak mentre gli islamici radunano le proprie forze".
Dimissioni al vertice
Essam el Amir, presidente della televisione di Stato egiziana, ha presentato le dimissioni contro "la gestione del Paese". Dimissionari anche tutti i 17 consiglieri presidenziali del presiente Morsi. Dimissionario anche Rafiq Habib, vicepresidente del partito Libertà e Giustizia, di cui fa parte il presidente Morsi.
Mahmoud Mekki, vicepresidente ha voluto sottolineare oggi la possibilità di intervenire sugli
articoli "contestati" della Costituzione. Non avverrà però prima del referendum del 15. L'Università Al-Azhar, principale istituto d'insegnamento religioso nell'Islam sunnita, ha chiesto al presidente di ripensare il decreto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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