Figura di Merkel

I tedeschi alle urne puniscono la Cancelliera, Cdu al minimo storico. Grecia più vicina alla dracma

Figura di Merkel
Nel 2005 la perdita del Nord Reno-Westfalia fu fatale all’allora Cancelliere te­desco Gerhardt Schröder. Dopo la sconfitta tentò la carta delle ele­zioni politiche da cui uscì clamo­rosamente battuto. Quello di ieri è per la Cdu, il partito di Angela Merkel, il peggiore risultato della storia nel Land con capitale Düs­seldorf: partendo dal 34,6% delle ultime elezioni i democristiani avevano fissato il loro Schmerz­grenze (letteralmente: soglia del dolore) al 30. Sotto quel livello avrebbero considerato il voto una pesante sconfitta. Hanno ottenu­to il 26. Una catastrofe. Dal 2009 a oggi la cancelliera Angela Merkel ha perso 11 elezioni regionali su 11.Un’infilata di ri­sultati negativi che avrebbe fatto saltare per aria qualunque altro protagonista della politica tedesca.

Angie resiste e si prepara alla prossima battaglia: domani vedrà il nuovo presidente francese François Hollande. A preparare il clima per l’incontro è stato il portavoce dei socialisti francesi, rappresentante dell’ala sinistra del partito, Benoit Hamon: «La cancelliera non può decidere da sola le sorti dell'Europa: non abbiamo votato per avere un presidente Ue e questo non si chiama Angela Merkel».

Nel giorno in cui perfino l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne (non certo un incosciente estremista) dichiara che a forza di diete il paziente Europa può anche morire, il problema dei problemi è la crisi finanziaria con il corollario delle politiche di rigore volute dall’establishment tedesco. E su questo terreno la cancelliera gioca in un paio di settimane il suo futuro (e quello del vecchio continente).

Il 25 maggio il Parlamento tedesco vota il Fiscal Compact: visto che si tratta di una legge costituzionale la maggioranza richiesta è dei due terzi. Angela ha bisogno dell’aiuto di socialdemocratici e verdi, che dopo l’ennesima vittoria locale alzeranno il prezzo. Con tutta probabilità chiederanno più solidarietà a livello europeo e un allentamento delle politiche di rigidità di bilancio nei Paesi in difficoltà. Per l’Italia e per tutta Europa potrebbe essere una buona notizia. Ma c’è un elemento a complicare le cose.

Secondo un sondaggio pubblicato solo il 9 maggio da Stern il 61% dei tedeschi condivide la severità dell’atteggiamento del governo di Berlino. In pratica dunque la Merkel perde le elezioni locali ma i tedeschi appoggiano in massa le sue politiche di rigore. Al contrario i socialdemocratici vincono nei singoli Laender ma potrebbero perdere elezioni generali giocate sui problemi europei. Il loro spazio di manovra è dunque limitato. Il paradosso giustifica anche qualche interpretazione machiavellica.

Come

quella pubblicata qualche giorno fa dalla Bild: la Merkel potrebbe soffocare lo slancio dei socialdemocratici chiedendo elezioni anticipate. Con tutta probabilità si assicurerebbe un mandato pieno per altri quattro anni.

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