Guasto o malore dell’autista: uccisi 22 bimbi in gita

Due scolaresche tornavano dalla settimana bianca in Svizzera. Lo schianto in una galleria. I morti sono 28 e i feriti 24, tre piccoli sono finiti in coma

Guasto o malore dell’autista: uccisi 22 bimbi in gita

RomaSangue, tantissimo sangue, bambini ancora vivi che si agitavano nella speranza di essere salvati, volti straziati dal dolore e, accanto, gli sguardi immobili di ventidue creature già rapite dalla morte. Immagini di un orrore difficile da descrivere. Martedì sera la Svizzera ha assistito impotente a una vera e propria strage di bimbi, che si è consumata alle 21.15 sull’autostrada A9 nei pressi di Sierre, in direzione Sion. Ventotto le vittime, delle quali 22 studenti di 12 anni provenienti da Lommel e Heverlee, nelle Fiandre. Ventiquattro, invece, i feriti, molti dei quali in condizioni gravissime.
Il pullman belga nuovo di zecca, che avrebbe dovuto riportarli a casa dai genitori dopo una settimana bianca in Val d’Anniviers organizzata da un’associazione cattolica, si è schiantato contro la parete di una galleria dell’A9 pochi minuti dopo la partenza.
All’improvviso il mezzo è sbandato, sfondando il guardrail sulla destra e schiantandosi contro la parete di una piazzola. Un istante dopo del pullman restava solo lo scheletro. La fiancata anteriore destra non esisteva più, i sedili accartocciati su se stessi, si erano trasformati in trappole di lamiera tali da imprigionare e uccidere i piccoli passeggeri, gli accompagnatori e i due autisti a bordo.
I soccorritori svizzeri, circa 200 giunti poco dopo sul posto con dodici ambulanze e otto elicotteri, si sono trovati di fronte a una scena mai vista: 28 corpi senza vita giacevano in quel fantasma di pullman, accanto a zaini e brandelli di valigie. E attorno un mare di feriti da salvare, subito, ancora prima di lasciar uscire le lacrime. I superstiti, tre in coma e molti con gravissime lesioni toraciche e cerebrali, sono stati trasportati in nottata negli ospedali di Sion, Sierre, Losanna, Martigny, Berna e Visp. «Una situazione davvero orribile - dice un portavoce della polizia cantonale -. È il peggior incidente stradale in Svizzera dal 1982, quando 39 turisti tedeschi che viaggiavano su un pullman morirono travolti da un treno. Ma questa volta parliamo di bambini». «C’era tanto sangue ovunque e i piccoli ancora vivi si agitavano - racconta Marielle, una donna di lì subito dopo la tragedia -. Vedo ancora tutti quei volti che mi guardavano, non so se erano vivi o morti». Insieme al mezzo coinvolto, viaggiavano altri due pullman di studenti, che in serata hanno fatto rientro in Belgio. Ora vengono assistiti da medici e psicologi per aiutarli ad accettare quanto è accaduto ai loro compagni.
Tra le vittime ci sarebbero anche sette bimbi olandesi, che frequentavano una delle due scuole, quella di Lommel. Ieri pomeriggio il ministero belga della Sanità ha fatto sapere che sono stati identificati 22 dei 24 feriti mentre il ministro dei Trasporti, Melchior Wathelet, ha assicurato che la società noleggiatrice del pullman, Top Tours D’Aerschot, gode di eccellente reputazione. Cosa è accaduto realmente verrà chiarito solo nei prossimi giorni, visionando anche i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella galleria di Sierre, inaugurata 12 anni fa.
Per il procuratore svizzero Olivier Elsig le probabili cause dell’incidente potrebbero essere un guasto tecnico, un difetto del veicolo o un malore dell’autista. Meno accreditato l’errore umano e l’ipotesi di una tragedia legata all’alta velocità. I dubbi verranno sciolti nelle prossime ore, ma non basteranno a dar pace ai genitori dei piccoli, che li hanno visti partire felici e ora hanno potuto riabbracciarli solo nella camera mortuaria di Sion, dopo che i cadaveri sono stati sapientemente ricomposti.

Alla visita era presente anche il premier del Belgio Elio Di Rupo che ha espresso il suo cordoglio, come hanno fatto i rappresentanti delle principali istituzioni europee e, durante la veglia di preghiera a Lovanio, per le famiglie è arrivato anche l’abbraccio simbolico di papa Benedetto XVI.

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