Caucaso, i gruppi del terrore. I massacri del passato

Massacri di bambini, sequestri di massa, attacchi suicidi condotti dalle vedove del Jihad sono le sanguinose tappe del terrorismo ceceno. I due fratelli della strage di Boston sembrano dei lupi solitari irretiti dalla guerra santa on line, come Mohammed Merah, il giovane islamico francese che lo scorso anno ha seminato morte e terrore a Tolosa. Anche lui ha preferito la morte alla cattura ed aveva visitato le aree tribali a cavallo fra il Pakistan e l'Afghanistan infestate dai nipotini di Osama bin Laden. Secondo indiscrezioni non confermate pure Tamerlan Tsarnaev, il fratello senior di Boston, avrebbe compiuto lo stesso percorso di indottrinamento e addestramento. Anche se secondo un sito vicino ai ribelli ceceni si tratterebbe di «strani terroristi».
La «pista cecena» potrebbe chiamare in causa l'Emirato del Caucaso fondato nel 2007 da Doku Umaruv, che si batte contro i russi per instaurare il regno di Allah. Nelle aree tribali pachistane ed in Afghanistan sono attivi gruppi del terrore che hanno arruolato intere cellule di jihadisti ceceni. Alcune segnalate nel distretto di Bakwa, che fino a dicembre era sotto controllo italiano. La prima azione clamorosa dei ceceni risale al 1995, quando Shamil Basajev attacca la città russa di Budyonnovsk arroccandosi nell'ospedale con un migliaio di ostaggi. Nel 2002 oltre cinquanta terroristi occupano il teatro Dubrovka a Mosca. Fra i sequestratori ci sono 18 donne soprannominate le «vedove nere» per aver perso mariti o parenti stretti nel Jihad. Le forze speciali russe intervengono usando gas letali che uccidono i sequestratori, ma pure 129 ostaggi. Due anni dopo, a Beslan, in Ossezia, una cellula caucasica guidata dai ceceni sequestra nella scuola principale 1200 adulti e bambini. I russi, come sempre, usano il pugno di ferro. I terroristi non si arrendono e muoiono 186 bambini. Gli attacchi suicidi dei ceceni condotti anche da «vedove nere» imbottite di esplosivo hanno seminato morte e distruzione nel Caucaso ed in Russia.

La Cecenia è stata in gran parte «pacificata» senza pietà, ma nel 2007, uno dei leader storici, Doku Umarov, fonda l'Emirato del Caucaso. L'ultima operazione russa del 24 gennaio elimina due leader del Califfato, Khuseyn e Muslim Gakayev. I due fratelli ceceni di Boston sono arrivati negli Usa da Makhachkala, capitale della repubblica caucasica del Daghestan, che fa parte dell'Emirato sognato dagli estremisti. La famiglia cecena dei bombaroli cresciuti negli Usa era giunta a Makhachkala dal Kirghizistan, un'ex repubblica sovietica dell'Asia centrale dove Stalin deportò migliaia di ceceni dopo la seconda guerra mondiale. Proprio fra Kirghizistan, Tajikistan e Uzbekistan compie le sue prime gesta, Juma Namangani, che poi morirà in Afghanistan combattendo al fianco dei talebani. L'ex paracadutista sovietico ammiratore di Osama bin Laden è il fondatore del Movimento islamico dell'Uzbekistan (Imu), che dopo l'11 settembre trova rifugio nelle aree tribali pachistane del Waziristan. Una fazione scissionista dell'Imu, l'Unione del Jihad islamico (Iju) attrae diversi occidentali, soprattutto tedeschi e inglesi, di origini musulmane o convertiti, che si addestrano nelle aree tribali e combattono in Afghanistan. Questi gruppi del terrore sono noti per aver arruolato nelle loro fila decine, se non centinaia di ceceni votati alla guerra santa. Non a caso le operazioni speciali delle truppe Nato nel nord Afghanistan, che forse ha attratto uno dei due fratelli di origine cecena di Boston, si stanno concentrando sulle cellule dell'Imu e dell'Unione del Jihad.

E dall'inizio dell'anno la maggioranza degli attacchi dei droni della Cia nelle aree tribali pachistane hanno colpito militanti o emiri legati alla galassia proveniente dal Caucaso e dall'Asia centrale.

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