Bibi e Barack, sorrisi per archiviare l'antipatia

Dopo le incomprensioni, battute e abbracci a favore di telecamera per i due leader

Bibi e Barack, sorrisi per archiviare l'antipatia

Gerusalemme - Ravioli ripieni di confit di carciofi di Gerusalemme, triglie rosse con fagioli verdi di soia. Da giorni sui giornali israeliani circolano i dettagli del menu della cena di ieri sera alla residenza del premier Benjamin Netanyahu e la moglie Sarah. L'ospite d'onore è Barack Obama, per la prima volta nella regione come presidente.
Dopo mesi di indiscrezioni sulle difficili relazioni tra il leader israeliano e il collega americano, gli israeliani avrebbero forse preferito vedere le telecamere puntate su quella cena e non sulle tante strette di mano della giornata. Fu proprio una cena a dare infatti il via alla narrativa dell'antipatia tra i due. Nel marzo del 2010, dopo ore di colloqui alla Casa Bianca, all'ennesimo rifiuto dell'israeliano a un congelamento delle costruzioni in Cisgiordania Obama, frustrato, si alzò e scusandosi abbandonò la stanza per andare a cenare «con Michelle e le ragazze».

Da mesi la Casa Bianca e il governo israeliano lavorano con pazienza alla coreografia di questa visita. Barack Obama arriva con una priorità: riscaldare un pubblico israeliano scettico nei suoi confronti. Nell'offensiva comunicativa sembra inserirsi, dalle due parti, il tentativo di sgonfiare la trama dell'antipatia tra i due leader che da mesi monopolizza l'attenzione dei media. E allora, l'abbraccio tra i due sul tappetto dell'aeroporto ieri mattina è stato caloroso, anche se qualcuno ha pensato non sia nemmeno avvenuto. Il premier Netanyahu ha subito cercato di rilassare i toni. Ha scherzato ricordando come in una recente intervista alla tv israeliana Obama abbia confessato il desiderio di perdersi in incognita tra i caffè di Tel Aviv. Se riesce a seminare la sua scorta, ha detto il premier davanti alle telecamere di tutto il mondo, «abbiamo una lista di caffè pronta e anche un paio di baffi finti».

La stessa atmosfera amichevole è stata ricreata da un video pubblicato prima della visita sul sito dell'ambasciata israeliana a Washington: i due leader in stile cartone, con un faccione mobile sul corpo piccolo, si sorridono sulle note di «Grazie per essere un amico», la sigla di una Sitcom americana degli anni Ottanta. «Bibi e Obama: le relazioni tra Israele e Stati Uniti, Cosa c'è dietro le quinte?», leggono i due cartoni su un giornale prima di buttarlo per terra e darsi un cinque.
Nonostante l'ossessiva attenzione della stampa sulla relazione tra i due, non sono certo le antipatie personali di due leader temporanei a bloccare un'antica situazione in Medio Oriente. I colloqui tra israeliani e palestinesi che Obama tenterà di incoraggiare in queste ore sono ormai in stallo da anni.

La leadership palestinese resta divisa politicamente e geograficamente - Hamas a Gaza e il raìs Abu Mazen in Cisgiordania -, continuano le costruzioni israeliane nei Territori palestinesi e il giovane governo di Netanyahu raccoglie anime così variegate che è ancora difficile capire quale sarà la sua politica su un processo di pace.

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