L'Unione europea si spacca sulla richiesta del leader palestinese Abu Mazen all’Onu per elevare lo status della Palestina a Stato non membro osservatore. Secondo quanto riportato da fonti diplomatiche, al momento sarebbero circa 15 gli Stati europei pronti a dare il via libera. Tra questi la Francia, che, come annunciato dal ministro degli Esteri Laurent Fabius, voterà in favore della richiesta palestinese. Oltre a Parigi, il pollice alzato arriva soprattutto dagli Stati mediterranei (Spagna, Malta, Cipro e Portogallo). Dirà, invece, "no" la Germania, mentre la Gran Bretagna ha parlato di un'apertura "condizionata". A Roma si discute ancora su quale posizione prendere.
La Germania dirà "no". "Stiamo esaminando la situazione e vogliamo trovare il massimo accordo possibile con i nostri partner europei - ha spiegato il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert - ma è certo che la Germania non voterà a favore". Il ministro degli Esteri britannico William Hague ha, invece, annunciato che Londra si asterrà sulla richiesta di Abu Mazen. Le tre condizioni poste da Londra per votare a favore sono: l’astensione dalla richiesta di entrare nella corte penale di giustizia e nella corte internazionale di giustizia, una ripresa immediata e senza condizioni dei negoziati di pace e che la risoluzione dell’assemblea generale non chieda al Consiglio di sicurezza di seguirne le mosse.
Già ieri sera, invece, la Spagna aveva annunciato il voto a favore. "Crediamo che sia la soluzione più adeguata per avvicinarci alla pace", ha dichiarato il neo ministro degli Esteri José Manuel García-Margallo spiegando che l’esecutivo di Mariano Rajoy avrebbe preferito non si arrivasse al voto in assembea generale delle Nazioni Unite perché "avrebbe significato passi avanti nei negoziati di pace come aveva suggerito il Qartetto" (Ue, Usa, Onu e Russia). Margallo ha criticato l’incapacità dell’Unione europea di giungere ad una posizione comune. Il capo della diplomazia spagnola ha esortato, inoltre, l’autorità palestinese a utilizzare con "parsimonia" il nuovo statuto che probabilmente acquisirà e di evitare di denunciare Israele di fronte alla corte penale internazionale.
Allo stesso tempo Margallo ha chiesto alle autorità israeliane di non reagire al nuovo status palestinese asfissiando economicamente l’autorità palestinese e intensificando la politica di espansione dei territori occupati in Cisgiordania.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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