La nuova America di Obama Cittadinanza agli irregolari

New YorkUna riforma rivoluzionaria che non ha precedenti nella storia degli Stati Uniti (e di qualunque altro Paese occidentale), che andrà a modificare in pochi anni il tessuto sociale, politico e soprattutto elettorale di una nazione multiculturale come quella americana, basata su un melting pot di razze e religioni diverse assimilate da sempre attorno al Dio dollaro e al desiderio di progresso e libertà. La riforma sull'immigrazione che sta preparando il presidente Obama, già anticipata martedì scorso durante il discorso sullo stato dell'Unione, prevede un percorso amministrativo in cui in 8 anni ben 11 milioni di immigrati clandestini potranno ottenere la cittadinanza americana.
I particolari della bozza della riforma sono stati anticipati ieri da Usa Today, il quotidiano più letto e venduto negli Stati Uniti con circa due milioni di copie al giorno, e sono di una semplicità disarmante, in quanto sono praticamente due i requisiti di eleggibilità per diventare americani a tutti gli effetti. Il più importante è quello di non aver precedenti penali negli Usa e nel proprio Paese di origine. Nel caso il clandestino sia detenuto in carcere ed è in attesa di essere deportato nel proprio Paese di nascita, se non si è macchiato di reati gravi come lo spaccio di droga, rapina, violenza a persone (specie a minori e donne) e distruzione di proprietà privata, può fare domanda per ottenere il permesso di soggiorno, che si chiama in America green card, e avrà una durata di quattro anni.
Altro requisito fondamentale, che riguarda il clandestino che non abbia precedenti penali, è di non aver avuto tre condanne civili che abbiano comportato complessivamente una pena detentiva superiore ai 90 giorni di carcere. Fedina penale immacolata o quasi, ma non basta per ottenere la cittadinanza americana. Bisogna sempre aver pagato le tasse fino all'ultimo centesimo. Guai ad essere stato un evasore. Peggio, il clandestino può scordarsi la cittadinanza se è recidivo: se per tanti anni ha evaso il fisco americano e nascosto dei patrimoni importanti. La riforma Obama prevede anche delle eccezioni, caso per caso, per chi ha frodato il fisco. Nel caso in cui l'immigrato confessi spontaneamente al Dipartimento dell'Immigrazione e Naturalizzazione di aver fatto il furbo e di essere pronto a pagare con i dovuti interessi all'Internal Revenue Service (il Servizio delle entrate Usa) tutte le tasse frodate e i vari patrimoni nascosti, inclusi quelli posseduti all'estero e relativi conti correnti aperti fuori dagli Stati Uniti, la green card verrà concessa ugualmente. Al massimo l'applicante dovrà pagare una penale del 5 o del 10%.
Chi chiede la regolarizzazione per la cittadinanza si impegna a imparare la lingua inglese e i fondamenti della storia e delle istituzioni americane. Dovrà anche accettare di fornire alle autorità i propri dati biometrici (impronte digitali e simili) e depositare una cauzione in denaro.
La riforma Obama dovrà essere approvata dal Congresso che ha una larga maggioranza repubblicana. Un ostacolo di prima grandezza, se si considera che i congressmen conservatori e del Tea Party hanno già bocciato in partenza la bozza di riforma del presidente. «Se la proposta è questa, allora è nata morta prima ancora di arrivare al Congresso, noi siamo dalla parte di chi diventa americano rispettando la legge», ha sentenziato il giovane senatore repubblicano della Florida, Marco Rubio, nonni e genitori cubani, il quale è la stella nascente dei conservatori e uno dei favoriti alla nomination repubblicana tra 4 anni.

«Non abbiamo presentato nessun testo al Congresso - ha replicato Denis McDonough, il nuovo capo della staff di Obama alla Casa Bianca -. Noi intendiamo andare avanti con il confronto parlamentare bipartisan per arrivare a una riforma condivisa», ha aggiunto McDonough.

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