Quel golpe nel paradiso dei pensionati italiani

In 17mila si godono il buen retiro nelle isole del Paese asiatico: "I carri armati? Li vediamo solo in tv. Non ci sentiamo in pericolo"

Quel golpe nel paradiso dei pensionati italiani

«Il golpe? Guardi in questo momento sto girando il nord ovest della Thailandia in sella ad un vecchio vespone Px. Gli unici militari in giro sono quelli ai posti di blocco tra una provincia e l'altra. E, come sempre, mi fermano solo per guardare la Vespa, sorridermi e augurarmi buon viaggio. Confesso non mi sento granché in pericolo. Chissà magari a Bangkok, tra 350 chilometri...». Guglielmo Pluto Zanchi il colpo di stato dei militari thailandesi che ieri hanno arrestato l'ex primo ministro Yingluck Shinawatra insieme ad altri due membri della sua famiglia, lo liquida così. Nella sua vita precedente, quella interrotta intorno ai 30, era un indaffarato commercialista romano. Ora, sulla soglia dei 54, lavora e se la spassa in quel di Khrabi, una spiaggia 800 chilometri a sud di Bangkok, davanti al paradiso di Pipi Island. E confessa di non saper più fare «neanche due più due». Se dalle parti di Chang Mai l'unico cruccio è far benzina, neanche a Bangkok si vive troppo sulle spine. «L'unica preoccupazione è che in Italia vi preoccupiate troppo» - se la ride Massimo Chiappa, 59 anni, conosciuto a Bangkok e dintorni come l'avvocato degli italiani. «Qui nella capitale siamo in tremila e sinceramente non smettiamo di stupirci per quel che leggiamo sui giornali di casa. Pensi lei come ridono gli altri 12- 17 mila italiani sparsi tra spiagge e isole quando vedono i vostri articoli. La nostra comunità è fatta di piccoli e medi imprenditori concentrati nella capitale, di giovani alla ricerca di opportunità e di pensionati arrivati qui per godersi la vita con una pensione che in Italia basta appena a sopravvivere....Da queste parti, invece, bastano mille euro al mese per passarsela egregiamente. Pukhet e Ko Samui sono le due isole più amate dai nostri connazionali. Ma lì il colpo di stato è veramente un episodio lontano. Hanno capito che c'era solo perché il coprifuoco gli ha rovinato la movida serale. Chi chiama da Pukhet e Ko Samui continua a chiedere se a Bangkok la situazione è così grave. In verità vogliono sapere se da lunedì potranno tornare a tirar tardi al bar. Qui a Bangkok non è diverso. Alla tv mostrano solo carri armati e militari, ma io qui in centro non ne vedo uno». L'avvocato Chiappa è al suo terzo golpe e dall'alto dei suoi trent'anni di onorata permanenza thailandese potrebbe anche averci fatto la scorza. Ma Simone Spina, 31enne consulente d'affari, marito di una manager thailandese non la pensa diversamente. «Sto camminando nel cuore di Bangkok e in giro non si vede una divisa.

Anzi grazie al colpo di stato la situazione sembra più tranquilla». Alla fine insomma il colpo di stato sembra fatto apposta per garantire la «dolce vita» thailandese. «Sono scappato qui vent'anni fa da Roma. Sognavo di vivere veramente anzichè vivere per lavorare ed ho trovato quel che cercavo» - racconta l'ex commercialista Pluto Zanchi. In Thailandia non arriva solo il pensionato arrapato alla ricerca delle ragazzine o dell'ultima stagione del sesso. C'è anche quello, se vuoi, ma alla fine uno si stufa. Le vere ragioni sono altre. La violenza quasi inesistente è una. Quando torno a Roma ormai mi sale la paura e rimpiango Bangkok. Per non dirle di Khrami....Lì saremo una cinquantina d'italiani.... c'è un po' di tutto. Ci sono i miei coetanei ancora in età da lavoro e i sessantenni che, grazie alla pensione in euro, campano assai meglio .... Ma creda a me la ragione migliore per trasferirsi qua è il sogno di una vita facile. L'ho capito quando ho aperto un ristorante e c'ho messo 25 minuti per farmi dare la licenza per i super alcolici. La patente internazionale l'ho presa in 30 minuti presentando quella thailandese.

E anche strappare un permesso di lavoro o aprire una società è immensamente più semplice che in Italia. A pensarci bene, vent'anni dopo, l'unico mio vero rimpianto sono i bucatini alla matriciana. Ma neanche sempre... anche su quello la Thailandia si sta attrezzando».

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