«Sentenza non vincolante per l'Italia»

«Sentenza non vincolante per l'Italia»

Roma«La sentenza è in linea con gli articoli 8 e 15 della Carta dei diritti dell'uomo, ma non è vincolante. Ogni Stato è libero di applicarla o meno». Strasburgo non è Roma, lo certifica Gian Ettore Gassani, il presidente dell'Ami, l'associazione degli avvocati matrimonialisti italiani. La possibilità di adozione alle coppie omosessuali opera, insomma, solamente per gli ordinamenti che consentono l'adozione anche alle coppie non sposate. E in Italia questo non è possibile. Almeno per ora.
Allora avvocato, incostituzionale. Alla fine tanto rumore per nulla?
«Diciamo che la sentenza di Strasburgo è comunque importante perché impone una regola e, cosa decisiva, non fa discriminazioni tra coppie etero e omosessuali. Né figli, né figliastri, stesso livello, stessa dignità nell'ipotetica capacità di saper educare senza se e senza ma. Si tratta dell'ennesima e importante affermazione del principio di non discriminazione, rivolta a orientare tutte le future decisioni concernenti i diritti umani».
Si, ma in pratica?
«La Corte di Strasburgo lascia liberi i Paesi dell'Unione Europea di decidere se autorizzare o meno i conviventi a procedere all'adozione ma impone a tutti gli Stati di non fare differenze tra coppie omosessuali ed eterosessuali. Per questa ragione nell'ipotesi in cui in un Paese concedesse l'adozione alle coppie eterosessuali, non potrebbe poi negarla a quelle omosessuali. Questo è il senso della sentenza, in linea con gli articoli 8 e 14 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Il provvedimento dà una spallata definitiva a ogni sorta di discriminazione sul'orientamento sessuale delle persone, ma non diventerà operativa in Italia. Questa è la discriminante. E poi sulle adozioni si fa troppa confusione».
In che senso?
«Lasciamo perdere per un attimo la questione dell'uguaglianza. Il punto è che non esiste diritto all'adozione da parte dei genitori. L'unico ad avere diritti è il minore. Ed è quello di uscire dall'orfanotrofio. Nessun diritto all'adulto ma solo la disponibilità all'adozione. Che verrà poi verificata. Se alla fine si deciderà per l'adozione è solo quando si sarà certi del bene per il minore».
Ci sarebbe da avvisare chi usa la questione come arma per fini politici.
«Nervo scoperto da tempo, c'è bisogno di confronto a livello internazionale sul diritto all'adozione, altro che gay ed etero».
Tornando in Italia, la nostra Costituzione parla chiaro. E indica chiaramente che «la diversità di sesso dei coniugi costituisce un presupposto indispensabile del matrimonio e che solo a tale forma di unione il legislatore riconosce la possibilità di accedere all'adozione dei bambini».

«I giudici di Strasburgo hanno confermato - commenta Alberto Gambino, ordinario di Diritto Civile e direttore di Scienze Umane dell'Università Europea di Roma - che gli Stati non sono tenuti a riconoscere il diritto all'adozione dei figli dei partner alla coppie non sposate, ma laddove tale riconoscimento giuridico esista allora va esteso alle unioni omosessuali».

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