Entro ventiquattr'ore si potrebbe avere una risposta certa sulla situazione di padre Paolo Dall'Oglio. Che sia stato sequestrato o abbia tagliato i ponti con il mondo per alcuni giorni, nel tentativo forse di mediare il rilascio di alcuni ostaggi, entro la giornata potrebbero arrivare chiarimenti sulla vicenda del prete gesuita.
A dirlo il ministro degli Esteri, Emma Bonino, in collegamento telefonico su Radio Anch'io. Nonostante al momento non ci sia - ha ribadito - "nessuna notizia certa, né di sequestro né di altro tipo" rimangono attivi "tutta una serie di canali, formali e informali".
Il prete gesuita, che da trent'anni vive in Siria, dove ha lavorato alla riapertura del monastero di Mar Musa, a nord di Damasco, è sparito il trenta luglio. Al momento della sua scomparsa si trovava a Raqqa, roccaforte dell'opposizione che lotta contro il governo di Bashar al-Assad.
I primi dettagli emersi sostenevano che fosse stato sequestrato dagli uomini dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante, una formazione legata ad al-Qaeda.
Soltanto in seguito è emersa la possibilità che Dall'Oglio stia invece trattando, sfruttando la sua influenza e la sua posizione pro-ribelli, la liberazione di altri due religiosi. Il gesuita, come ricorda oggi sul Giornale Gian Micalessin, potrebbe essere al lavoro per il dissequestro di Paul Yazigi e Johanna Ibrahim, vescovi ortodosso e siriaco di Aleppo. I due religiosi sono stati rapiti ad aprile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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