Migranti, c'è ancora da lavorare per sbloccare l'accordo

Non è ancora arrivata un'intesa definitiva al Consiglio europeo degli Affari Interni, ma il ministro spagnolo Grande-Marlaska è ottimista: "Siamo molto vicini all'accordo". L'Italia chiede tempo per valutare il compromesso tedesco

Migranti, c'è ancora da lavorare per sbloccare l'accordo

La riunione odierna del Consiglio europeo ha raggiunto l'obiettivo solamente in maniera parziale. Si doveva trovare un accordo sull'ultima parte ancora controversa del Patto Ue su Immigrazione e Asilo, con la Germania che aveva presentato una proposta di regolamento sulle crisi migratorie su cui non si era riusciti a trovare una maggioranza qualificata degli Stati membri nell'ultima riunione prima della pausa estiva. Questa proposta è stata criticata oggi da Polonia e Ungheria edd è poi tornata sul tavolo del Coreper (l'organismo degli ambasciatori Ue) che si è riunito in serata. I tempi dunque si allungano, anche se Fernando Grande-Marlaska Gómez, ministro dell'Interno della Spagna (che la ha presidenza di turno dell'Europa), si dice particolarmente ottimista: "Siamo molto vicini all'accordo".

Per approvare eventualmente il compromesso annunciato dalla Germania sarà necessaria una verifica formale della maggioranza. Il ministro dell'Interno italiano, Matteo Piantedosi, è rientrato a Roma dove che aveva partecipato alla prima parte del Consiglio. "È dovuto ripartire", hanno riferito fonti diplomatiche Ue. Il titolare del Viminale ha comunque fatto sapere che l'Italia ha chiesto tempo per valutare la nuova concessione proposta dalla presidenza spagnola per andare incontro alle richieste tedesche. La richiesta del nostro governo, confermata dal ministro Tajani durante l'incontro con la sua omologa a Berlino, riguarda in particolare le tutele per i migranti e l'esclusione dei salvataggi delle Ong dalle situazioni di strumentalizzazione della migrazione che - stando alla normativa - attiverebbero l'emergenza flussi. Una frenata che ha contribuito a fare slittare l'intesa attesa per oggi.

Cosa prevede la proposta sui migranti

La proposta di regolamento sulle crisi era stata profondamente emendata dall'Europarlamento e prevede, in determinati casi di emergenza (riconosciuti e dichiarati dalla Commissione europea), una forma di solidarietà obbligatoria, con la redistribuzione dei migranti irregolari tra gli Stati membri o, in alternativa, contributi finanziari ai paesi più esposti ai flussi migratori. Lo scorso 8 giugno, a Lussemburgo, i ministri dell'Interno avevano trovato un accordo a maggioranza qualificata su altre due parti fondamentali del Patto, ovvero le due proposte di regolamento che riguardano le procedure d'asilo e la gestione di questa stessa istituzione.

commissione Ue

"C'è una chiara maggioranza sul regolamento per gestire le crisi migratorie per cui affiderò agli ambasciatori degli stati presso la Ue il dossier affinché esplori il mandato per negoziare con il Parlamento europeo", ha dichiarato Grande-Marlaska quale presidente del Consiglio Ue degli Affari Interni in conclusione della seduta pubblica dei ministri europei. Nel corso della riunione, la Germania (come previsto) si è schierata a favore della proposta di compromesso. Ungheria e Polonia, invece, si sono mostrati decisamente contrari. La prima ritiene che il regolamento aprirà più porte ai migranti irregolari e sarà di fatto una "calamita"; per la seconda quanto pattuito è inadeguato.

La decisione su questa materia viene presa a maggioranza qualificata, che consiste nel 55% dei paesi che rappresentino il 65% della popolazione dell'Ue. Nonostante l'opposizione certa di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Austria (non è ancora chiara la posizione dell'Olanda), si potrebbe raggiungere tale quorum. "Penso che siamo veramente molto vicini a raggiungere il consenso necessario a molto breve termine - ha precisato Grande Marlaska -. I lavori degli ultimi giorni, delle ultime settimane, sono stati veramente importanti e ci permettono di essere ottimisti. Certo mancano dei dettagli da definire, spero nei prossimi giorni di poter raggiungere il via libera all'orientamento generale". Gli fa eco la commissaria agli Affari Interni, Ylva Johansson, secondo la quale "non ci sono grandi ostacoli" ad avere un accordo.

L'appello della Von der Leyen

La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, aveva rivolto un "appello urgente" ai ministri dell'Interno dei 27 Paesi affinché trovassero un accordo sull'ultima parte ancora controversa del Patto sull'immigrazione e l'asilo, durante la riunione del Consiglio Ue oggi a Bruxelles. Von der Leyen ne ha parlato stamattina, durante le dichiarazioni alla stampa insieme al presidente del Ppe, Manfred Weber, e al primo ministro croato, Andrej Plenkovic, all'apertura del vertice Ppe a Spalato, Croazia.

"I nostri cittadini, giustamente, si aspettano che sia l’Europa a decidere chi può venire da noi e in quali circostanze, e non i trafficanti e i contrabbandieri - ha invitato la Von der Leyen -. Esorto con forza gli Stati membri a trovare un accordo sulla regolamentazione delle crisi nella riunione odierna dei ministri degli Interni. Ora dobbiamo finire il lavoro. Dobbiamo garantire la corretta attuazione del pacchetto migrazione e asilo, quindi nell’Unione europea abbiamo bisogno di queste regole comuni".

E ancora: "Gli ultimi eventi a Lampedusa mostrano la necessità di correggere il nostro sistema di asilo e migrazione. Grazie anche al Ppe abbiamo fatto buoni progressi e per questo ringrazio te, Manfred (Weber), e la tua leadership nell’adottare proposte che sono fondamentali per il Patto su migrazione e asilo".

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