"Così chiudiamo la Pianura Padana". La follia dell'Ue sull'aria

"Sostenibilità o follia?". L'allarme del governatore lombardo sulla nuova direttiva di Bruxelles sulla qualità dell'aria. I nuovi parametri rischiano di penalizzare le regioni del nord Italia

"Così chiudiamo la Pianura Padana". La follia dell'Ue sull'aria
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I nuovi paletti Ue sull'aria pulita rischiano di far soffocare la pianura padana e le sue attività. L'allarme lo ha lanciato da Bruxelles il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, portavoce di alcune istanze di ragionevolezza contrarie alla nuova Direttiva europea sulla qualità dell'aria attualmente in discussione e al voto a inizio luglio prossimo. Con l'obiettivo di ridurre l'inquinamento, la normativa allo studio fissa soglie più restrittive sugli inquinanti e introduce parametri ritenuti troppo severi, se non addirittura irragionevoli, dalle regioni del nord Italia.

Le scelte dell'Europa al riguardo - ha tuonato il governatore Fontana - sono "assolutamente irrazionali perché ci porterebbero a far chiudere la Pianura Padana" e questo, ha aggiunto, "va nella direzione della sostenibilità o della follia?". Il passaggio ai nuovi parametri dovrebbe avvenire entro il 2030, traguardo rispetto al quale l'Ue ha tarato gli obiettivi di un altro controverso provvedimento: quello sulle case green. Per certi versi, infatti, quei provvedimenti sembrano due facce della stessa medaglia. Ancora una volta, le norme standardizzate di Bruxelles rischiano di penalizzare il nostro Paese e la nostra economia. Secondo il presidente della Lombardia, i criteri suggeriti dalla nuova direttiva non solo sarebbero irragionevoli, ma nemmeno terrebbero in considerazione le caratteristiche dei singoli territori, che pure influiscono sulla composizione dell'aria e non sono ovviamente modificabili a piacimento.

"Negli ultimi 15 anni la Regione Lombardia ha lavorato con grande impegno" per migliorare la qualità dell'aria "attraverso misure e azioni destinate ai cittadini e alle imprese, provvedimenti ben definiti e scanditi nel tempo. E i risultati ottenuti sono rilevanti: le concentrazioni di inquinanti si sono infatti ridotte del 39% annuo per il PM10, del 40% per il PM2.5 e del 45% per il NO2", ha dichiarato Fontana a Bruxelles. Nella sua due giorni in trasferta, il governatore ha presentato il Manifesto lombardo sulla qualità dell'aria, con l'obiettivo di "difendere le istanze della Lombardia" rispetto alla proposta di revisione della direttiva Ue sull'aria. Il tema - ha sottolineato l'esponente leghista - "non riguarda esclusivamente la Lombardia, ma anche altre zone del nostro Paese, in particolare l'area del bacino padano per il quale è necessario che anche l'Europa collabori con contributi concreti".

La posizione espressa da Fontana sulla revisione della normativa europea è non a caso condivisa Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna. "La nostra richiesta è avere un provvedimento che sia logico e che non porti conseguenze drammatiche per le nostre regioni e che tenga conto del lavoro che abbiamo fatto fino ad ora per migliorare la qualità dell'aria", ha dichiarato il governatore, che oggi ha incontrato Apostolos Tzitzikostas, vice presidente Comitato europeo delle regioni. La Lombardia - ha proseguito il presidente - "dovrebbe essere già considerata virtuosa perché emette un terzo rispetto a quello che inquina mediamente l'Europa". Tornando poi a criticare i parametri alternativi ora in discussione, il politico varesino ha ricordato anche la presenza di "condizioni morfologiche" che "al di fuori della nostra possibilità di intervento". E ancora, ha auspicato: "Di fronte all'irrazionalità ideologica dobbiamo dare una risposta di ragione".

Fontana ha incontrato anche l'ambasciatore d'Italia a Bruxelles, Federica Favi, per prendere in esame i rapporti con il Belgio e in particolare gli scambi tra

Lombardia e Fiandre, e il rappresentante permanente italiano presso l'Unione europea, l'ambasciatore Vincenzo Celeste. Domani incontrerà, tra gli altri, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

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