Droni per allontanare i migranti: così la Francia attua i respingimenti al confine italiano

Non solo Ventimiglia: il confine francese è blindato in ogni suo passaggio e anche in Val di Susa decine di persone ogni giorno vengono rimandate in Italia

Immagine di repertorio
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La Francia ignora le direttive Ue e continua con i respingimenti alle frontiere italiane. Tutti gli accordi sembrano essere saltati e ogni Paese, ormai, si muove secondo una propria linea. Se la situazione di Ventimiglia è nota a tutti, meno lo è quello del resto del confine, abbastanza simile. Francia e Italia condividono un'ampia parte di arco alpino e nonostante le ovvie difficoltà che si incontrano in questi passaggi, non è raro che i migranti tentino comunque l'attraversamento per sconfinare nel Paese Transalpino.

Il Paese guidato da Emmanuel Macron lo aveva annunciato e lo sta facendo. Oltre a blindare il confine con la Liguria, venendo meno al principio di libera circolazione di merci e persone nell'Unione europea, la Francia ha rafforzato le frontiere alpine non solo con nuovi innesti nella gendarmerie ma anche con sostegni tecnologici. Sono gli stessi migranti a raccontare di essere respinti mediante l'utilizzo di droni. Solo quest'oggi sono stati 40 quelli che la gendarmerie ha rimandato in Italia. "La situazione ci è stata aggiornata dai volontari della Croce Rossa intervenuti in soccorso. Il rifugio è pieno, stimiamo in oltre 180 i migranti ospitati", spiega i presidente della onlus Rainbow4Africa, Paolo Narcisi.

Proprio per la carenza di posti, prosegue Narcisi, alcuni migranti ora dormono a terra in attesa che il rifugio sia più libero. I migranti, nei loro racconti, parlano "di droni utilizzati dalla gendarmerie per allontanarli" e lo stesso governo francese, quando ha annunciato di voler bloccare i confini, ha parlato di questi strumenti di dissuasione. Anche la Svizzera, che con l'Italia condivide una porzione di confine alpino e prealpino, a breve potrebbe integrare i pattugliamenti della guardia di confine con un drone, che è ancora in fase di ultimazione.

"È un paradosso che queste persone che cercano il passaggio verso il nord Europa, e al confine di Claviere con la Francia sono 150-200 al giorno, per due terzi non ce la facciano.

Questo perché tutti quelli che vengono intercettati dalla gendarmerie francese vengono presi e chiusi in una sala fino a quando andiamo a prenderli con la Croce Rossa e li riportiamo indietro in Piemonte", ha spiegato il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, agli Stati generali dell'export che si chiudono oggi ad Alba. Una denuncia che si ripete da anni ma che non trova chi la ascolta in Europa, dove solo all'Italia sembra essere fatto obbligo di accoglienza e non respingimento.

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