Il Ppe, partito di maggioranza del governo Europeo, si è dato cento giorni per rivedere la normativa green che impone lo stop alle auto a trazione con combustibili fossili entro il 2035. La conversione ecologica a tappe forzate decisa dalla precedente maggioranza grigio-rosso-verde che sta mettendo in crisi le principali industrie europee quello che sta succedendo in casa Stellantis-Fiat e Volkswagen parla chiaro ha i mesi contati, dovrà essere rivista e dilatata nei tempi. Da quando si è insediato il governo italiano chiedeva un provvedimento del genere, e se oggi se ne parla concretamente è perché un partito conservatore, Fratelli d'Italia, ha deciso di rendersi disponibile a sostenere in alcune battaglie il governo di centrosinistra guidato da Ursula von der Leyen togliendo così ai verdi europei, e a quella parte dei socialisti loro affine, il diritto di veto su provvedimenti contrari alle loro ideologie. L'asse italiano di centrodestra, costruito con grande fatica e tra non poche critiche in Europa da Antonio Tajani, che del Ppe è esponente di spicco, e Giorgia Meloni comincia insomma a dare i suoi frutti, o quantomeno si capisce che si tratta di una strada che può portare a risultati interessanti per l'Italia. Quando si accusa la premier di occuparsi troppo di politica estera e poco di politica interna si commette un doppio errore. Il primo è sulla fondatezza di tale affermazione tutta da dimostrare, il secondo ben più importante è che la maggior parte delle leve da azionare per risolvere le crisi interne si trovano fuori dai nostri confini. Charles De Gaulle, padre della moderna Francia, ebbe a dire che «governare e fare politica significa sempre scegliere tra degli svantaggi».
Ecco, per la destra italiana lo «svantaggio» di dover trovare accordi con i socialisti europei è infinitamente inferiore a quello di vedersi imporre dall'ideologia green dei Verdi provvedimenti ideologici capaci di mettere in ginocchio le nostre imprese. Con la Germania in crisi economica e la Francia nel caos politico, l'Italia può provare a giocarsela. Ma per farlo era indispensabile stare al tavolo e non ribaltarlo come da qualcuno suggerito anche alla Meloni.
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