Via libera dall'Unione Europea alla seconda tranche di fondi per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) da 21 miliardi di euro. Dopo l'anticipo da 24,9 miliardi riconosciuto all’Italia nell'agosto 2021 e i 21 miliardi ottenuti in primavera, salgono a oltre 65 miliardi di euro i fondi che Roma ha avuto confermati dall'Unione Europea.
La caduta del governo di Mario Draghi non ha minato il percorso di Roma verso l'ottenimento di questa tranche che - lo ricordiamo - l'esecutivo di Giorgia Meloni avrebbe comunque avuto tempo fino a dicembre per completare. Per ottenere la seconda tranche l'Italia ha dovuto completare 44 milestones (obiettivi qualitativi).
La tabella di marcia, completata con successo nei mesi scorsi, prevedeva tra le riforme principali quella della pubblica amministrazione, dell'istruzione e dell'economia circolare, mentre tra gli investimenti ci sono quelli oer il via libera ai piani sulla banda ultra-larga e il 5G nelle zone a fallimento di mercato, l'inclusione sociale e l'assistenza sanitaria territoriale con le cosiddette case di comunità.
Chiaramente molte di queste riforme collaterali al Pnrr, prima fra tutte quella della pubblica amministrazone, sono state solo avviate e non pienamente completate. Bruxelles, secondo fonti di agenzia, invierà una missione a Roma, per fare il punto della situazione, a inizio dicembre e discutere il futuro del piano col governo Meloni.
Meloni, il Ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto e il titolare dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti dovranno capire come gestire con Bruxelles i fondi addizionali di RePower Eu. Se l'Italia volesse, per attuare il RePower EU potrebbe utilizzare fino a 4,5 miliardi dai fondi regionali e 900 milioni per la coesione territoriale. Nel frattempo il governo Meloni dovrà anche lavorare per sbloccare la terza tranche da 19 miliardi di euro che a sua volta dovrà essere sbloccata entro il 31 dicembre completando 39 milestones e raggiungendo 16 obiettivi quantitativi. Roma si è impegnata a concludere la legge annuale sulla concorrenza e a investire su digitalizzazione della Pubblica amministrazione, sui trasporti sostenibili, le smart grids e l'efficienza energetica
Si tratta di una roadmap per il Pnrr avviata dal governo Draghi.
E quando Roma avrà incassato 85 miliardi di euro, quasi metà dei 209 complessivi, si aprirà la strada per un intervento più incisivo nell'applicazione delle riforme dell'attuale esecutivo, il cui primo banco di prova sarà la quarta tranche da 16 miliardi, per la cui attuazione l'Italia si è impegnata a riformare il codice degli appalti. Manovra importante e decisiva per il Pnrr e per quel ministero delle Infrastrutture centrale per lo sviluppo e guidato dal segretario leghista Matteo Salvini. Interessato, al pari di Meloni, a proseguire a tutta velocità sull'agenda del Pnrr.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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