Schlein al Pse: "C'è finestra di cambiamento..."

Elly Schlein, dal palco della Nuvola di Fuksas dove si è tenuto il congresso del Pse, si fa tronfia per una vittoria in Sardegna che ancora non c'è...

Schlein al Pse: "C'è finestra di cambiamento..."
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“Vi abbiamo chiesto speranza e speriamo di portarla anche noi: abbiamo vinto in Sardegna con Todde e la coalizione”. Elly Schlein, dal palco della Nuvola di Fuksas dove si è tenuto il congresso del Pse che ha scelto il lussemburghese Nicolas Schmit come Spitzenkandidat, si mostra raggiante per una vittoria alle Regionali in Sardegna ottenuta con una candidata del M5S e con margine sempre più ristretto di voti.

Gli ultimi aggiornamenti parlano di un vantaggio che potrebbe essere inferiore ai mille voti e, quindi, l’eventuale riconteggio potrebbe portare anche a un clamoroso ribaltone. Eppure tanto basta alla segretaria del Pd per dire che si sta aprendo “una finestra di cambiamento”. Un cambiamento che, indipendentemente dal risultato sardo, sembra più una vana speranza che una realtà. Almeno a livello nazionale. Ma la Schlein ora guarda all’Europa sempre con il medesimo: battere le destre. E si rivolge direttamente "agli amici del Ppee chiede: "Davvero volete aprire le porte all'Ecr rinnegando i vostri valori?". Anche in questo caso l’appello potrebbe essere tardivo o comunque inefficace per distogliere la Von Der Leyen e Manfred Weber dall’idea di coinvolgere anche la Meloni nella costruzione del nuovo assetto europeo.

La segretaria dem, però, non perde occasione di dividere l’Italia e l’Europa tra “buoni” e “cattivi”. Da una parte "Meloni e Salvini hanno portato in Italia gli amici di Putin, gli estremisti e i nazionalisti”, e dall’altra il Pd che ha portato “gli amici dell'Unione Europea e degli interessi europei", cioè i vari partiti socialisti che hanno preso parte al Congresso di Roma. L’attacco a Giorgia Meloni è fatto dei soliti slogan che in Italia conosciamo ormai bene: "Qui abbiamo una premier donna che tutti i giorni prende decisioni contro le donne. C'è sempre una differenza fondamentale tra una leadership femminile e una leadership femminista”, è il mantra della Schlein che polarizza il confronto politico parlando di “una destra reazionaria che si inventa un nemico al giorno perché non sa risolvere i problemi".

Il suo intervento è un crescendo di “noi” contro “loro”. “Noi ci battiamo per il lavoro e loro negano il salario minimo”, spiega il leader del principale partito d’opposizione. L’elenco prosegue con la classica visione manichea della sinistra: “Noi ci battiamo perché ciascun bambino abbia un'istruzione di qualità e loro tagliano”. E ancora: “Noi siamo per la solidarietà europea e loro rendono più difficili i salvataggi in mare”. Da una parte la sinistra ‘buona e solidale’, dall’altra la destra ‘reazionaria e cattiva’, è la sintesi del suo discorso che prosegue così: “Noi siamo per i diritti compreso quello di amare chi vuoi e loro li negano alle coppie omogenitoriali, noi siamo per l'eguaglianza delle donne e loro tagliano le pensioni alle donne". Poi, dalla politica interna si passa alla politica estera. La Schlein, sull’Ucraina, segue l’impostazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz: sì al sostegno a Kiev, ma no all'invio di truppe. Sul Medio Oriente, invece, la segreteria Pd chiede di sostenere Josep Borrell e la sua proposta di pace per una soluzione a due Stati”. Non manca un passaggio all’Ungheria di Viktor Orban: "L'immagine di Salis – dice - in catene ha scioccato tutta Europa".

Il suo intervento si chiude con un auspicio: "Il risultato delle Europee deve ancora essere scritto, noi siamo qui per vincere" sulla note di 'Bella Ciao’ nella versione dei Modena City Ramblers...

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