L'sms della Meloni da Budapest: "Sto male ma lavoro perché non ho particolari diritti sindacali"

Le opposizioni non hanno creduto all'influenza di Meloni e hanno sottinteso, più o meno velatamente, che il malanno fosse un pretesto per non incontrare i sindacati

L'sms della Meloni da Budapest: "Sto male ma lavoro perché non ho particolari diritti sindacali"
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Come sta Giorgia Meloni? Nei giorni scorsi, il premier è stato costretto a rinviare l'incontro con i sindacati per uno stato influenzale che non le permetteva di essere al meglio ma nelle scorse ore si è puntualmente presentata a Budapest per il Consiglio europeo. Questo ha scatenato l'ira delle solite opposizioni, che nemmeno troppo velatamente l'hanno accusata di aver quasi inventato il malore, circostanza che è stata smentita in diretta sms dallo stesso premier nel programma "Un giorno da pecora". I due conduttori della fortunata trasmissione di Rai Radio 2, Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, hanno approfittato della presenza del presidente della commissione Finanze della Camera, e deputato FdI, Marco Osnato, per avere informazioni di prima mano.

"Sono stato costretto da quelli di Un giorno da pecora a chiederti come stai", scrive l'onorevole nel messaggio inviato al presidente del Consiglio sul suo telefono personale. Meloni, in pochi minuti, ha replicato al messaggio: "Male in verità, ma non avendo particolari diritti sindacali sono a Budapest per il Consiglio europeo a fare il mio lavoro". Nella mattinata di oggi, il presidente del Consiglio è stata impegnata nel vertice della Comunità politica europea e doman nella riunione informale dei capi di stato o di governo del Consiglio europeo. Una settimana fa, ricevendo a Roma il segretario generale della Nato, Mark Rutte, alla sua domanda "come stai?", Meloni aveva risposto, tra il serio e il faceto: "Sono ancora viva".

Nel corso del vertice di oggi, Meloni ha partecipato al tavolo sulla Moldova.

Alla sessione ristretta, oltra alla presidente moldava Maia Sandu, anche il capo dello Stato francese Emmanuel Macron, il presidente della Romania Klaus Iohannis, il primo ministro polacco Donald Tusk, il presidente del Consiglio Charles Michel, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer.

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