Settimana di fuoco per l’Expo, con un nuovo consiglio d’amministrazione convocato d’urgenza, trattative per l’acquisto delle aree e l’esame del Bie, il Bureau International des Expositions che valuta le tappe di avanzamento del progetto. Giovedì Letizia Moratti parteciperà all’assemblea del Bie a Parigi e per la credibilità dell’impresa è indispensabile presentarsi con l’erede di Stanca.
Il calendario è fitto di appuntamenti nel tentativo di accelerare la sostituzione dell’amministratore delegato dimissionario, risolvere il problema dei terreni, rendere operativa la società di gestione ed evitare ulteriori mosse del Tesoro che potrebbe decidere nuovi interventi, alla luce dell’instabilità della società incaricata di organizzare l’Expo e occuparsi del sito espositivo.
Molti dubbi sono già stati espressi da Leonardo Carioni, membro del cda nominato dal Tesoro, e Guido Podestà, dopo colloqui con esponenti di governo, fa sapere di ritenere indispensabile un mutamento delle forma giuridica della società da spa in Fondazione o Agenzia.
"Vogliamo dare un segnale chiaro che Milano e la Lombardia vanno avanti, per questo ho chiesto ai soci e alla presidente di convocare un consiglio d’amministrazione" dice Roberto Formigoni, deciso a forzare la situazione, nominare Giuseppe Sala e procedere subito all’acquisto delle aree: "Se necessario, la Regione farà fronte all’operazione da sola. Ho letto delle preoccupazioni di Podestà sull’impegno del governo, che sono anche le mie, ma noi andiamo avanti e il governo farà la sua parte fino in fondo".
Diana Bracco, presidente del consiglio d’amministrazione di Expo 2015, d’intesa con il Comune, ha convocato il cda per mercoledì. All’ordine del giorno l’incarico per Sala, il city manager di Palazzo Marino che così si presenterebbe giovedì a Parigi già in sella. Ad affiancarlo (o sostituirlo, se i tempi si rivelassero troppo stretti) Angelo Paris, responsabile della pianificazione di Expo.
L’intenzione è di conferire l’incarico a Sala senza attendere il bando di gara del Comune, che a rigore riguarda la scelta del componente del cda espressione di Palazzo Marino e non eventuali incarichi direttivi. Si tratta però di una soluzione che espone al rischio di ricorsi al Tar, senza contare che in assenza di una modifica dell’articolo 54 della Finanziaria è impossibile delegare poteri al di fuori del consiglio d’amministrazione dell’Expo.
Le perplessità sono forti, in particolare sul tema delle aree. Guido Podestà attende di vedere la proposta Formigoni, ma esprime qualche dubbio: "La Regione compra, ma con quale leva finanziaria? Con un accordo bonario o un esproprio? Lo dico perché l’esproprio comporta con ogni probabilità ricorsi e non possiamo permetterceli. Servono certezze da dare al Bie entro novembre".
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