La famiglia: «Era preso in giro dai compagni»

(...) Sul caso stanno ora indagando i carabinieri e la Procura, che ha aperto un fascicolo e disposto l’autopsia. I militari dovranno anche sentire i compagni di classe di Andrea, per capire se il bambino - figlio unico di una famiglia per bene - nascondesse un disagio interiore che allo stato sembra escluso. Lo zio, però, racconta che «quella non era la prima nota e lui le prendeva sempre per colpa degli altri, che lo prendevano continuamente in giro. Forse perché era magro, con gli occhiali, forse perché era timido, però era continuamente bersagliato da scherzi da parte dei suoi compagni». «Era un bambino vivace - raccontano altri parenti - ma diceva che non ce la faceva più, che non voleva che ci fosse ancora quella maestra».
Il parroco dell’oratorio non si da pace: «Non mi sembrava fragile, una bella famiglia unita. Uccidersi? Non che non è possibile». Alla scuola fratelli Ferrandi, che sta sulla strada Rivoltana, Andrea frequentava la quarta elementare. Ci vanno centocinquanta bambini. Nella sua classe ha lasciato ventisette compagni. Maria Luisa Balconi la preside non riesce a darsi una spiegazione. «È assurdo quello che è successo. Per salutare l’anno scolastico due classi avevano deciso di andare a fare una bella gita. Altre due il pic nic in allegria. Quella di Marco si era organizzata per il saggio». Il ragazzino, doveva essere sul palco con gli amichetti dentro la sua bella uniforme da marinaio. Chissà che felicità per i genitori. Dovevano andare anche i nonni ad ammirare il loro unico nipote. «Ho parlato parecchio con la mamma ed il papà - aggiunge la preside - secondo loro è stata una disgrazia. La morte di un bambino di nove anni è spaventosa». Andrea aveva preso una nota dalla maestra. Di certo, però, sarebbe stato promosso senza problemi in quinta. Ieri, alla fratelli Ferrandi, c’era tanto sgomento. Per le maestre è stato trovare le parole giuste per parlare ai suoi amici della classe. Non hanno fatto lezione, sono rimasti nell’aula e hanno pregato.
«Mi domando cosa diamo noi adulti», commenta Alberto Zatta, il segretario del consorzio omnicomprensivo di Pozzuolo Martesana. «Che il Signore offra pace a lui e a tutti noi». E poi la signora Giovanna: «Sono una mamma. Ho paura per i nostri ragazzi, so quanto sono disorientati».

La preside ha chiesto l’intervento di uno psicologo, un esperto che possa spiegare ai bambini cosa è successo e soprattutto da dove ricominciare. «Non ci sono responsabilità dirette di nessuno: noi adulti riusciamo a capirlo, ma per loro, per i ragazzi - conclude la responsabile della scuola - è molto più difficile. Faremo di tutto per aiutarli».

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