Far West alla Maggiolina: preso un sospetto

C’è ancora poca chiarezza sulla sparatoria di domenica mattina alla Maggiolina. Anche dopo aver ascoltato numerosi testimoni i carabinieri non sembrano ancora in grado di fornire una chiara lettura dell’accaduto. Un fatto grave, successo in pieno giorno all’incrocio tra via Perotti, via Albertario e via Tullo Morgagni, proprio davanti al commissariato Greco-Turro, e nel quale solo miracolosamente non è rimasto coinvolto qualche innocente.
Sul fronte delle indagini quel che sembra ormai assodato è che la vicenda sarebbe legata a un regolamento di conti all’interno del campo rom di via Idro. Infatti, mentre i militari hanno ritrovato proprio lì due delle auto colpite dai proiettili partiti dalla Golf bianca (per ora introvabile) - una Fiat Punto e una Ford Focus - è stata la polizia a bloccare e identificare uno degli uomini coinvolti nella sparatoria. Si tratta di un italiano residente nel campo e identificato, poco dopo la sparatoria, a bordo di uno scooter, quindi denunciato per guida senza patente. «La sensazione è che l’uomo sia sceso da una delle vetture coinvolte nella sparatoria subito dopo il fatto e che abbia cercato un diversivo per non sembrare coinvolto» spiegano in questura. La polizia, però, non si occupa dell’inchiesta. È vero, infatti, che domenica mattina uno dei cinque proiettili partiti dalla Golf bianca in direzione della Fiat Punto e della Ford Focus ha colpito l’anta della finestra al secondo piano del commissariato, dove un poliziotto si era sporto attirato dal rumore degli spari. Tuttavia, la polizia ha capito immediatamente che il commissariato non è stato che un bersaglio accidentale, non certo un obiettivo e quindi ha abbandonano immediatamente l’indagine a favore degli investigatori dell’Arma, competenti dal punto di vista territoriale in quella zona e a quell’ora.
Per i carabinieri, al momento, solo la ricostruzione dei fatti sembra ormai definita. Alle 10.20 una Golf bianca, con sopra tre uomini, arriva a tutta velocità e sembra voler sostare all’angolo tra via Tullo Morgagni e via Albertario. Contemporaneamente una Fiat Punto, con a bordo altri quattro uomini, e una Ford Focus giungono in via Perotti, proprio davanti al commissariato. I conducenti delle tre auto non spengono mai il motore, i passeggeri sembrano osservarsi a vicenda con grande interesse, come per fronteggiarsi. All’improvviso dalla Golf un uomo inizia a sparare contro la Punto e la Focus. Cinque colpi, come si scoprirà dopo dai bossoli rinvenuti, di cui uno risulterà inesploso. Degli altri quattro spari uno colpisce accidentalmente l’anta della finestra al secondo piano del commissariato, dove un poliziotto si era sporto dopo aver sentito gli spari; un altro centra il cofano di una Honda parcheggiata in via Morgagni, gli altri raggiungono la carrozzeria della Punto e della Focus.
Il tutto dura una manciata di secondi, poi le tre vetture spariscono in due diverse direzioni: la Golf raggiunge via Arbe e si dirige verso la Milano-Meda (le forze dell’ordine perderanno le sue tracce in zona Bruzzano), mentre la Punto e la Focus imboccano via Albertario, via Viollier e poi via Fracchia, riuscendo comunque a sparire.

E, dopo inseguimenti senza risultato, le due vetture ritrovate abbandonate nel campo nomadi di via Idro. Un campo dove, però, sembra che i carabinieri, una volta entrati, abbiano trovato solo donne e bambini. Il mistero, per ora, continua.

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