Alzheimer, via libera al nuovo anticorpo monoclonale che rallenta la malattia

L'Agenzia europea del farmaco ha appena approvato un nuovo farmaco per trattare le fasi lievi e precoci dell'Alzheimer. "Nuova speranza, momento storico nel trattamento del morbo"

Alzheimer, via libera al nuovo anticorpo monoclonale che rallenta la malattia
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Un altro importante passo in avanti è stato compiuto per combattere il terribile morbo di Alzheimer: l'Ema (Agenzia europea del farmaco) dopo aver rivisto il parere iniziale, ha autorizzato al commercio il nuovo farmaco lecanemab, un anticorpo monoclonale che tratta i lievi problemi cognitivi di pensiero e memoria ma anche condizioni di lieve demenza causate dalla malattia.

A chi è destinata la cura

Gli esperti spiegano che questa cura sarà destinata a quei pazienti che hanno soltanto una copia, o nessuna, di un particolare gene chiamato ApoE4: sono esclusi i pazienti con due o più geni perché possono andare incontro ad emorragie nel cervello. Nella sua revisione, il Comitato per i medicinali destinati a uso umano (Chmp) ha concluso che il lecanemab presenta maggiori benefici nel contrastare i sintomi dell'Alzheimer che superano di gran lunga i rischi.

Ecco come funziona

Questo farmaco ha come target principale la beta amiloide, l'anomala proteina che si accumula nel cervello dei malati di Alzheimer. I risultati sono stati promettenti e da adesso in poi chi soffre del morbo ha un potenziale alleato in più. "Questo è sicuramente un momento molto importante - ha dichirato Marco Bozzali, presidente dell'Associazione Demenze Sin-Dem - si aprono le porte ad un mondo nuovo nella gestione della malattia di Alzheimer e, probabilmente, di tutta una serie di malattie neurodegenerative".

"Rivoluzione culturale

L'emozione è tanta, adesso bisognerà vedere nei prossimi mesi come sarà l'impatto dei malati ma c'è molta fiducia. "Per la prima volta in questa patologia, riusciamo a passare dall'approccio sintomatico della terapia a quello di una terapia in grado di modificare la storia naturale di malattia nelle persone affette da Alzheimer in stadio precoce. Stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione culturale nella gestione della malattia di Alzheimer", ha aggiunto Bozzali. Finalmente anche l'Europa si è messa al passo degli Stati Uniti e di altri Paesi per l'ok a questo farmaco.

I numeri

I benefici per i pazienti sono stati evidenti durante lo studio che ha preso in esame 1.795 malati di Alzheimer e capire quali fossero i cambiamenti cognitivi e funzionali dopo 18 mesi tramite alcuni specifici paramentri: ebbene, dopo quel periodo di trattamento chi ha assunto lecanemab ha osservato un declino cognitivo più lento. "L’approvazione di lecanemab da parte dell’Ema segna un momento storico nel trattamento della malattia di Alzheimer. Questo farmaco offre una nuova speranza per tutte le persone affette da Alzheimer in fase iniziale, permettendo un intervento che potrebbe modificare l’evoluzione della malattia. È un passo avanti che, come neurologi e ricercatori, accogliamo con profonda soddisfazione", ha dichiarato a Insalutenews il prof.

Massimo Filippi, primario dell’Unità di Neurologia, del servizio di Neurofisiologia e dell’Unità di Neuroriabilitazione dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario di Neurologia all’Università Vita-Salute San Raffaele.

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