Alzheimer, alcuni vaccini abbassano il rischio del 40%: ecco quali

Due importanti studi hanno scoperto la relazione causa-effetto di alcuni vaccini nel proteggere dal morbo di Alzheimer: quali sono i meccanismi che riducono le possibilità di contrarre la malattia

Alzheimer, alcuni vaccini abbassano il rischio del 40%: ecco quali
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Che i vaccini fossero di fondamentale importanza per contrastare e prevenire numerose malattie è un fatto già arcinoto da tempo, ma adesso si sono scoperti i meccanismi per cui la vaccinazione contro più patologie riuscirebbe anche a proteggere i pazienti dal terribile morbo di Alzheimer, per il quale non esiste una cura definitiva.

Il ruolo della vaccinazione

La ricerca è stata condotta dagli studiosi dell'UTHealth Houston, che hanno scoperto come la vaccinazione preventiva contro il tetano, la difterite, l'herpes zoster (conosciuto anche con il nome di Fuoco di Sant'Antonio) e lo pneumococco sono tutte associate a un rischio ridotto fino al 30% di sviluppare l'Alzheimer. I ricercatori hanno arruolato pazienti over 65 in un arco di tempo di 10 anni comprendendo vaccinati e non contro le patologie sopra indicate. A quel punto è stato calcolato il rischio di contrarre il morbo con risultati sorprendenti.

Ebbene, i pazienti che avevano ricevuto il vaccino per tetano e difterite avano il 30% di probabilità in meno rispetto ai loro coetanei non vaccinati mentre l'iniezione contro il virus dell'herpes ha ridotto fino al 25% la possibilità di sviluppare la malattia di Alzheimer. Per quello contro il pneumococco si arriva al 27% in meno di possibilità di soffrire del morbo a rispetto ai non vaccinati.

I vaccini antinfluenzali

Un discorso a parte vale anche per i vaccini contro l'influenza che vengono fatti ogni anno da milioni di persone in tutto il mondo: uno studio portato avanti dal prof. Paul E. Schulz, professore di malattie neurodegenerative presso la Umphrey Family e direttore del Neurocognitive Disorders Center presso la McGovern Medical School di Houston, ha messo in evidenza che ben il 40% di persone era maggiormente protetto dall'Alzheimer. "Ci chiedevamo se la scoperta dell'influenza fosse specifica del vaccino antinfluenzale. Questi dati hanno rivelato che anche diversi altri vaccini per adulti erano associati a una riduzione del rischio di Alzheimer", ha affermato Schulz. "Noi e altri ipotizziamo che il sistema immunitario sia responsabile della disfunzione delle cellule cerebrali nell'Alzheimer. I risultati ci suggeriscono che la vaccinazione sta avendo un effetto più generale sul sistema immunitario, che sta riducendo il rischio di sviluppare l'Alzheimer".

Quali sono i meccanismi

Sull'argomento è intervenuto anche il prof. Avram Bukhbinder del Centro di Scienze della Salute dell'Università del Texas a Houston e membro del team di Schulz, spiegando che la potenziale riduzione della malattia di Alzheimer associata ai vaccini potrebbe essere dovuta a un insieme di meccanismi.

"I vaccini possono modificare il modo in cui il sistema immunitario risponde all'accumulo di proteine ​​tossiche che contribuiscono alla malattia di Alzheimer, ad esempio migliorando l'efficienza delle cellule immunitarie nell'eliminare le proteine ​​tossiche o 'affinando' la risposta immunitaria a queste proteine ​​in modo che il 'danno collaterale' alle cellule cerebrali sane vicine sia ridotto. Naturalmente, questi vaccini proteggono da infezioni come l'herpes zoster, che può contribuire alla neuroinfiammazione".

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