Che i vaccini fossero di fondamentale importanza per contrastare e prevenire numerose malattie è un fatto già arcinoto da tempo, ma adesso si sono scoperti i meccanismi per cui la vaccinazione contro più patologie riuscirebbe anche a proteggere i pazienti dal terribile morbo di Alzheimer, per il quale non esiste una cura definitiva.
Il ruolo della vaccinazione
La ricerca è stata condotta dagli studiosi dell'UTHealth Houston, che hanno scoperto come la vaccinazione preventiva contro il tetano, la difterite, l'herpes zoster (conosciuto anche con il nome di Fuoco di Sant'Antonio) e lo pneumococco sono tutte associate a un rischio ridotto fino al 30% di sviluppare l'Alzheimer. I ricercatori hanno arruolato pazienti over 65 in un arco di tempo di 10 anni comprendendo vaccinati e non contro le patologie sopra indicate. A quel punto è stato calcolato il rischio di contrarre il morbo con risultati sorprendenti.
Ebbene, i pazienti che avevano ricevuto il vaccino per tetano e difterite avano il 30% di probabilità in meno rispetto ai loro coetanei non vaccinati mentre l'iniezione contro il virus dell'herpes ha ridotto fino al 25% la possibilità di sviluppare la malattia di Alzheimer. Per quello contro il pneumococco si arriva al 27% in meno di possibilità di soffrire del morbo a rispetto ai non vaccinati.
I vaccini antinfluenzali
Un discorso a parte vale anche per i vaccini contro l'influenza che vengono fatti ogni anno da milioni di persone in tutto il mondo: uno studio portato avanti dal prof. Paul E. Schulz, professore di malattie neurodegenerative presso la Umphrey Family e direttore del Neurocognitive Disorders Center presso la McGovern Medical School di Houston, ha messo in evidenza che ben il 40% di persone era maggiormente protetto dall'Alzheimer. "Ci chiedevamo se la scoperta dell'influenza fosse specifica del vaccino antinfluenzale. Questi dati hanno rivelato che anche diversi altri vaccini per adulti erano associati a una riduzione del rischio di Alzheimer", ha affermato Schulz. "Noi e altri ipotizziamo che il sistema immunitario sia responsabile della disfunzione delle cellule cerebrali nell'Alzheimer. I risultati ci suggeriscono che la vaccinazione sta avendo un effetto più generale sul sistema immunitario, che sta riducendo il rischio di sviluppare l'Alzheimer".
Quali sono i meccanismi
Sull'argomento è intervenuto anche il prof. Avram Bukhbinder del Centro di Scienze della Salute dell'Università del Texas a Houston e membro del team di Schulz, spiegando che la potenziale riduzione della malattia di Alzheimer associata ai vaccini potrebbe essere dovuta a un insieme di meccanismi.
"I vaccini possono modificare il modo in cui il sistema immunitario risponde all'accumulo di proteine tossiche che contribuiscono alla malattia di Alzheimer, ad esempio migliorando l'efficienza delle cellule immunitarie nell'eliminare le proteine tossiche o 'affinando' la risposta immunitaria a queste proteine in modo che il 'danno collaterale' alle cellule cerebrali sane vicine sia ridotto. Naturalmente, questi vaccini proteggono da infezioni come l'herpes zoster, che può contribuire alla neuroinfiammazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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