La Farnesina è diventata scrigno del made in Italy

«Colore/Calore»: nasce con un gioco di parole, che nasconde un percorso estetico-concettuale dallo sguardo all’inconscio passando per l’emozione, la prima esposizione della neo-nata collezione Farnesina Design, che, con cuore e sede al Ministero degli Affari Esteri, si prepara a girare il mondo tra ambasciate, consolati e istituti di cultura, per raccontare la creatività del «made in Italy», portando l’arte nel quotidiano con creazioni di uso comune. Affiancandosi alla più ampia collezione di arte contemporanea del Ministero, quella di design mira a promuovere ingegno e creatività come testimoni culturali e strumenti per uscire dalla crisi. E, soprattutto, a svecchiare l’immagine del Paese. Istituita con apposito decreto del ministro Frattini nell’anno che l’Unione Europea ha dedicato a innovazione e creatività, la collezione, presenterà ciclicamente, con temi specifici, prodotti e installazioni dei più interessanti marchi nazionali, selezionati da un comitato scientifico presieduto da Sergio Pininfarina. «Non si tratta quindi di una collezione/archivio che raccoglie i prodotti storici del design italiano - spiega Angelo Capasso, curatore della mostra con Renza Fornaroli - quanto di una collana di progetti aperti sul presente del design». Sul presente e sul futuro. Pur tenendo conto delle radici che l’Italia vanta nel settore, è l’apertura al nuovo la linea di Farnesina Design che, in una sorta di buon augurio, non poteva che partire dal calore come fonte di vita e vitalità, tra lavori diversi per stile, impiego e materiali. Comune denominatore: l’idea. È nell’idea di un calore-abbraccio che si sviluppano il calorifero di Ad Hoc, le sedute-onda di Franco Poli per Bernini e l’isola di relax di Cini Boeri per Knoll, che ricrea uno spazio domestico all’interno dei rigori razionalisti del Palazzo. Suggestioni «di casa» tornano, stavolta al contrario rilette in chiave monumentale, nel lavabo in quarzo blu e giallo di Alessandro Mendini per Stone, marchio presente pure con il cubo luminoso di Silvia Della Valle, «Shangai 2010» che rientra nel progetto per l’expo del prossimo anno. Non mancano i colori illuminati da riflessi delle creazioni in vetro di Venini, le ceramiche di Italo Bosa, le luci «cult» di Artemide, a partire da quelle di Vico Magistretti degli anni Sessanta, fino al dinamismo delle moto Ducati e Rondine Motor.

Ancora, Cerruti Baleri, Domodinamica, Elica, Loccioni, Matteo Grassi, Metalco, Progetti e Voltolina, tra design per interni, arredo urbano e moda, fino alla vetrina rotante di Makio Hasuike per Ifi, per mettere idealmente in movimento la creatività. Nel progetto, incontri con nomi noti del design e visite all’esposizione a cadenza mensile. In attesa che sia la stessa collezione a mettersi «in moto». Prima tappa, Vancouver per le olimpiadi invernali 2010.

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