Anatomia di una faida interna, nella sinistra in crisi. Sul tavolo della sala operatoria dei chirurghi dell'affabulazione, Santoro e Travaglio, è finito ieri sera per una volta il Pd. Anche perché più di tanto, diciamo la verità, questa volta il centrodestra e il premier, tenuto conto dei risultati ottenuti nelle Regionali, non si potevano attaccare. In ogni caso ad Annozero non si fanno mancare nulla, come oramai sappiamo.
E così, anche quando non fanno o cercano di non fare, opera di bassa macelleria giornalistica, non buttano via nulla. Quindi alla luce dei risultati e delle polemiche del giorno dopo il voto e dei giorni seguenti, la puntata di ieri, autenticamente soporifera, dedicata ufficialmente all’analisi del voto con tanto di grafici o retropensieri dei vari ospiti, si è trasformata in un’esaltazione dell’effetto Grillo.
Scelta la vittima sacrificale: un Pd messo all’angolo, per la legge dei numeri analizzati e maneggiati con le pinzette, non tanto e non solo dal centrodestra ma dai Grillini, Santoro ha tirato in ballo l’effetto Grillo ogni volta che ha potuto. Tanto che quel Grillo un po' troppo sparlante, talmente portato in palmo di mano dall’immarcescibile coppia dei tribuni di Annozero, e offerto in pillole di comizi ai telespettatori alla fine un risultato almeno lo ha avuto.
Ha indispettito il direttore del Tg4, Emilio Fede che, in collegamento da Milano, ha resistito pazientemente, stando al gioco di Michele l’intenditore, ma verso la conclusione della trasmissione, si è strappato il microfono e furente ha lasciato la sua postazione: «È una vergogna, è la vergogna delle vergogne. Mi sono stancato si sentire insulti».
Precisiamo, per dovere di cronaca che gli insulti, in quella di ieri, che è stata, come si diceva, una puntata tutto sommato pacata e, a tratti, tenetevi forte, addirittura favorevole alla maggioranza di governo, sono stati appunto solo quelli affiorati dalle varie registrazioni dei comizi pre-elettorali di Grillo. Insomma le varie performance di vaffa e limitrofi in cui il comico, con quel suo solito turpiloquio mascherato da satira se l’è presa con tutti.
In ogni caso resta il fatto incontrovertibile che Emilio Fede non ha mai gradito, dando più volte segni di intolleranza. Tanto che quando durante l’ennesimo siparietto-dibattito in studio sul «sorprendente» risultato ottenuto dal Movimento 5 Stelle del comico genovese, la parola è andata al giornalista della Stampa Andrea Scanzi autore del libro Ve lo do io Beppe Grillo, il direttore del Tg4 si è tolto il microfono ed è andato via congedandosi con un: «Io saprei bene dove buttare Grillo con il suo canotto, nel fiume Lambro». E motivando il suo gesto ha aggiunto: «Avevo deciso di restare per rispetto dell'informazione».
Santoro ha fatto finta di non accorgersene, Travaglio anche. E, stancamente Annozero è arrivato per la fortuna dei telespettatori rimasti ancora svegli finalmente alla conclusione. Con l’interrogativo di partenza: «Ha vinto lui?» (intendendosi per lui, naturalmente Silvio Berlusconi) rimasto ancora lì a campeggiare al centro dell’arena.
Giusto perché, visto quanto è emerso chiaramente, nessuno, nemmeno i due obbiettivissimi tribuni-padroni di casa, ha avuto il coraggio o ha trovato il tempo prima che il sipario calasse, di andare a togliere l’interrogativo e di metterci il punto esclamativo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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