Fenomenologia del massaggio usato per colpire un eroe

Il caso Bertolaso andrebbe rubricato tra le forme di cortesia su cui è insensato indagare

Ho letto con divertimento l’articolo di Silvia Truzzi, «Messaggi & Massaggi», apparso su Il Fatto Quotidiano. Non posso dire di non capire l’irritazione di Angelica Pippo, presidente di Confestetica, che giudica «inaccettabili, fuori luogo e assolutamente diseducative» le mie considerazioni sui massaggi, non distinguendo quelli terapeutici da quelli indirizzati al godimento. E, quindi, considerando un massaggio alle parti genitali «cosa normale come fare un massaggio alla schiena». Ne sono convinto per molte ragioni, senza negare che sia possibile stabilire un confine, ma che esso è insignificante sia sul piano materiale sia sul piano morale, e non stabilisce la differenza tra bene e male. Si aggiunga il patetico tentativo di dimostrare che se i massaggi a Bertolaso erano solo terapeutici non c’è reato (né tanto meno peccato); se erano di natura sessuale, c’è reato, corruzione (e peccato).
E si capisce che l’obiettivo dei giudici è di colpire Bertolaso, ma anche il lato buono di Berlusconi, quello dell’uomo di Stato che, in pieno sexygate, si precipita ripetutamente sui luoghi del terremoto: anche il suo uomo più fidato, l’ottimo Bertolaso, non è immacolato; anzi, è un altro maniaco sessuale. Così Il Fatto ironizza anche sul profilo dell’«eroe»: ma nel Devoto-Oli trova una definizione che sembra cucita addosso a Bertolaso nella percezione precedente lo scandalo: «Persona che per eccezionali doti di virtù, coraggio o abnegazione si impone all’ammirazione di tutti». Ma è caduto sotto un massaggio.
La mia curiosità, dunque è chiara, e non moralistica: si può ammirare il responsabile della Protezione Civile, anche se massaggiato? E se anche Bertolaso fosse stato massaggiato nelle parti intime quale sarebbe la differenza? L’episodio andrebbe rubricato tra le forme di cortesia sulle quali è insensato aprire indagini giudiziarie basate su ambigue (o meno) intercettazioni telefoniche. Il valore della prestazione, con la volontà della prestante, va detto alla Pippo, è equivalente; una fellatio sul mercato libero non supera i 30 euro; un massaggio alla schiena può costare 65 euro. I mille euro a testa per le tre ragazze a una cena, al Salaria Sport Village, nella fattispecie del lavoro tipico della escort, rappresentano un compenso per ragazze-immagine, per accompagnatrici appunto, che possono, se vogliono, concedere anche favori sessuali. Magari con ulteriori integrazioni di denaro. Ma i mille euro non sono il prezzo della prostituzione, sono equivalenti al compenso che viene attribuito a un personaggio noto per farsi vedere nel privé di un locale notturno. Le belle ragazze vengono pagate per la loro bellezza, e anche qua non vedo né favori né tangenti. A meno di non considerare tali anche un invito a pranzo da Vissani o da Cracco (memorabile un conto contestato da seimila euro), o un brindisi con Dom Perignon. Ma, per tornare ai massaggi che, secondo Travaglio, rendono Bertolaso «Bertolaido», è abbastanza sorprendente che anche un giornale libero, e quindi tendenzioso, come Il Fatto, coltivi l’ipocrisia.
Io, nella trasmissione L’Ultima Parola, e in altri interventi, mi sono riferito a un classico americano del pensiero libertario, «Difendere l’indifendibile» di Walter Block, per affermare quello che tutti sappiamo e vediamo. Capisco che, nell’impossibilità di argomentare in tranquillità, come può accadere da Augias, quindi senza la Parietti (o la Mussolini), prevalgano le urla e i paradossi; ma mi limito a ritornare su un argomento: che in una stanza chiusa due persone sole, liberamente, possono fare quello che vogliono, con la riservatezza che è tipica della situazione. Leggo invece di sottili distinzioni sulla porta chiusa o socchiusa, argomento che nessuno evocherebbe per una altrettanto riservata seduta in una toilette (io, per esempio, faccio la pipì senza chiudermi a chiave). E leggo della spasmodica ricerca del preservativo non reperito (l’arma del delitto?). Una prova della insufficienza del reato o della temerarietà di Bertolaso? Anche se io rivendico che, perfino nell’intimità amorosa, l’intimità rimane e non è l’atto che la stabilisce. Parimenti un atto sessuale può escludere la non intimità. E Block ci insegna che tra due persone adulte e consenzienti qualunque scambio è lecito, gratuito o a pagamento, con questa o quella parte del corpo. Ogni tentativo di distinzione è patetico e moralistico.
A dare ragione alla Pippo ci sono le conclusioni effettivamente moralistiche dei magistrati che, pur in assenza di videoriprese, dalle intercettazioni telefoniche arrivano a concludere che, presso «il Centro Salaria Sport Village... lo stesso Bertolaso usufruisce non solo di massaggi ma anche di vere e proprie prestazioni sessuali». Senza ironia voyeuristica, il giornalista del Corriere Lorenzo Salvia osserva che «resta un’anomalia nel rapporto tra controllore e controllato». Mi chiedo: c’era un testimone nella stanza dei massaggi? E se, benché massaggiato, Bertolaso non avesse raggiunto l’erezione, sarebbe un reato minore? È contemplata una défaillance? Intanto, l’evocata Francesca, offesa, difende professione e onorabilità come chiede la Pippo: «Questa storia mi ha distrutto. Io sono una persona perbene, ho fatto sempre e solo il mio lavoro, sono una fisioterapista, una estetista. Mica una escort». Di fronte alla criminalizzazione di una eventualità, Block si rivolterebbe nella tomba. Ma per rispondere a magistrati maliziosi, a giornalisti voyeur e alla Pippo, è sufficiente leggere gli annunci sui grandi quotidiani nazionali. Sul Corriere della Sera, il giorno di San Valentino, a pagina 51, fra «Piccoli annunci», sotto la voce «Palestre, Saune, Massaggi», si potevano trovano offerte tanto chiare quanto ambigue, alla formulazione delle quali dovrà ribellarsi la presidente di Confestetica: «Centro benessere, ambiente raffinato, massaggi antistress, 50 euro per un’ora». Più sotto, alla voce «Club e Associazioni», si legge: «A Milano, distinta agenzia presenta eleganti accompagnatrici, affascinanti modelle e interessanti hostess. In tutta Italia». O anche: «Contatto intrigante 899… ».

E ancora: «Venire al dunque… »?
Che dire? Chi dovrà offendersi se quella massaggiatrice, liberamente, vorrà venire al dunque? Dovremo chiedere a Bertolaso di fare come Giuseppe con la moglie di Putifarre? E solo in quel caso, a peccato evitato, gli sarà risparmiato, pur in assenza di testimoni, il reato? Qualcuno potrà liberamente offrirgli un «trattamento di fango» a 65 euro? O è prerogativa della magistratura, a spese nostre? La Pippo non ha dubbi: è lecito, purché senza pensieri di sesso. Casti come Travaglio.

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