«Fermiamo la strage degli emarginati»

Forse una sigaretta accesa o forse una stufa difettosa: sono queste le ipotesi per spiegare la morte di un barbone trovato carbonizzato all’interno di una baracca poco distante da Ponte Mammolo. È la seconda vittima del freddo in 24 ore (martedì notte è morto un altro clochard che aveva scelto come casa un chiosco dell’Atac in disuso in piazza Maresciallo Giardino), la sesta in due mesi. Una tragedia, come tante altre, che si inserisce in uno scenario di degrado sociale. Una dimora di fortuna, quella in cui viveva il clochard, che si confonde tra le altre casupole diroccate non lontano dal fiume Aniene, diventate ricovero per disadattati stranieri. La tragedia ha provocato anche reazioni politiche, come quella del candidato sindaco Gianni Alemanno: «Due morti in due giorni, altri morti dall’inizio dell’inverno: una strage cui dobbiamo mettere fine. Non è mia intenzione - ha spiegato il ministro - speculare su eventi così drammatici, come sostiene qualcuno. Indubbiamente in una grande città, soprattutto in questi giorni di freddo intenso, sono disgrazie che possono accadere; è inevitabile però che una riflessione si imponga come pure l’applicazione di tempestivi interventi che possano evitare nuove tragedie.

È per questo che solleciterò un incontro con tutte le organizzazioni della solidarietà e dell’assistenza sociale per cercare insieme a loro una risposta concreta a questo dramma che colpisce le nostre coscienze prima ancora che la nostra città».

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