Ranieri, Beretta, Lippi, Ancelotti, Zaccheroni, Del Neri e qualcun altro. Ed ora anche Ferrara è entrato ufficialmente in conflitto col divin sobillatore. Mourinho sarà contento, mette in saccoccia un altro scalpo.
Ferrara aveva resistito con stoico (quasi) spirito di sopportazione, ma ieri proprio non ce lha fatta. In belle parole gli ha praticamente detto: ma vuoi farti gli affari tuoi? E non rompere le scatole su quanto non ti riguarda. Tradotto nello suo spigoloso-soft (e non è una contraddizione) stile: «Mourinho non è un pirla e io non sono un fesso. Il pari di Monaco vale e non è stato esaltato come un capolavoro. Ho poca esperienza da allenatore, ma sono nel calcio dal 1984, dunque conosco lambiente, mi hanno sempre insegnato a guardare in casa mia. Però stavolta ho detto ciò che pensavo». Per vero dire questo ambiente, cioè quello del calcio, raramente ti insegna a dire quello che pensi, se non per pura convenienza. E i giocatori ne sono maestri con tanto di faccia di bronzo. Ferrara si è evoluto dal rango ed, entrando nella hit degli allenatori, sa che le parole servono almeno quanto le tattiche: Helenio Herrera e Mourinho insegnano. Anche se HH poi ha vinto tanto con lInter...
Dunque, detto con Ferrara, Mourinho smettila di fare il pirla. Questa sua ossessione di guardar dal buco della serratura di casa Juve ha certamente una logica. La spiegò, lanno passato, Ranieri che si prese sberle verbali ben più pesanti e, dopo qualche tempo, venne dimenticato. «Se non parla più di te, significa che non ti teme più». E naturalmente vale il contrario. Lossessione di Mou, sicuramente instillata dalle fertili menti di casa nerazzurra, riguarda lidea che qualcuno voglia agevolare la Juve, manco si sia tornati a Moggi e soci.
Sì, ma chi può credergli? Ferrara, che appunto non è fesso, ha rimesso a posto la realtà punto per punto, con una requisitoria che potrebbe servire anche a Moratti il giorno (forse non lontano) in cui volesse sbarazzarsi del tecnico. «Mi sono chiesto perchè ogni settimana Mourinho abbia sempre un pensiero per la Juve e ho provato a darmi una spiegazione: lui ha una squadra top, ha scelto giocatori top, è un allenatore top. Normale che da lui tutti si aspettino sempre vittorie. Quindi le critiche per un pareggio sono più amplificate. Ma posso assicurare che anche a Torino nessuno è tenero. Stiamo parlando della Juve, siamo nella stessa situazione. Mi farebbe piacere non venir sempre tirato in ballo. E Mou non si lamenti per i calendari: lInter in questo mese giocherà domenica, sabato, giovedì. Proprio come è capitato alla Juve contro Livorno, Genoa e Bologna. Non ci sono favoritismi». Dunque? Massì non faccia il pirla.
Visto e sentito, cè da ammettere che Ferrara è più divertente ed efficace della sua squadra. Parlano i numeri: i pareggi cominciano ad essere da grattacapo. Se non pesano sulla testa, pesano sulla classifica e sul futuro. Come gli infortuni: Tiago, per esempio, è stato costretto a rispondere alla chiamata del Portogallo, nonostante i problemi muscolari.
Chissà che laria e larea di Palermo non restituiscano Amauri al gol e per la Juve sarebbe già una bella novità: il brasiliano si è italianizzato in tutti i sensi, anche nel tasso di miserie sotto porta. Non sono tanti i goleador nostri ad assoluta credibilità: Inzaghi e pochi altri.
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